La tavola rotonda in programma sabato 20 gennaio alle ore 17, al C3 di Bibbiena, sarà l’occasione per parlare a margine del libro del Prof. Baldini dal Titolo Persona e famiglia nell’era del Biodiritto, di un tema molto delicato: nascita e genitorialità consapevole nella famiglia che cambia e in presenza di un problema-fertilità che porta l’Italia al tasso di natalità tra i più bassi al mondo.
Già dal titolo si comprende le problematiche poste nell’opera: come e in che modo il diritto – inteso come insieme di regole giuridiche che disciplinano fatti e vicende umane- può intervenire per disciplinare aspetti delicatissimi posti dall’innovazione biomendica che investono aspetti fondamentali della personalità umana, dal come, quando e in che modo nascere, curarsi e morire. Questi fatti fino ad oggi regolati dalla ‘natura’ vengono messi in discussione dalla ‘tecnologia”:
In altri termini la domanda che si pone è: “Tutto ciò che è tecnicamente possibile è anche eticamente accettabile, socialmente ammissibile e giuridicamente lecito?
-Nascita: le tecniche di crioconservazione del gameti consentono di procreare a una coppia dello stesso sesso, ad una vedeva, ad una coppia in età avanzata, etc. Il genediting consente di eliminare alcune significative patologie intervenendo non sulla manifestazione della malattia ma sui geni che sono responsabili della stessa, eliminandoli. E se dalla malattia ci spostiamo alla possibile predeterminazione delle caratteristiche della persona per renderla più forte, intelligente, bella? risulta tutto ciò ammissibile?
– Morte. Le tecniche rianimatorie e l’idratazione e la nutrizione artificiale sostituendosi alle facoltà biologiche consentono di distinguere tra morte celebrale e morte biologica, determinando delle situazione di non vita o non morte sconosciute in natura (ex caso Eluana). Chi e quando può decidere di ‘staccare la spina’? (ex il Biotestamento)
–Terapia: l’impossibilità di autodeterminarsi rispetto alla scelta sul se e come curarsi rischia di imprigionare la persona nella malattia che con l’ausilio della tecnologia non viene risolta ma si protrae creando situazioni in cui secondo la propria personale percezione, non risulta più dignitoso vivere.
Insomma vi è una dignità nel nascere, nel curarsi e nel morire che, paradossalmente la tecnologia rischia di mettere in discussione privando, senza regole adeguate, l’uomo della possibilità di scegliere in relazione al proprio destino biologico.
La scienza e le applicazioni tecnologiche nascono per migliorare la vita e ampliare le facoltà e le possibilità di scelta dell’uomo. Ma sono neutre e devono essere indirizzate. In assenza del diritto sarà l’etica o l’economia a determinare le scelte. Ma anche la scelta giuridica non è immune da rischi di creare regole inadeguate perché figlie di opzioni etiche come dimostra la legge 40.
La sterilità è sempre più una patologia di massa: interessa circa il 20 % delle coppie in età fertile. La risposta da un lato deve essere nella prevenzione, medica e culturale, attraverso la rete del consultorio, dall’altro nella risposta tecnologica.
Il SST regionale si sta adeguando a tutto questo:
-potenziamento del sistema consultorio, rete area vasta, presidi sul territorio per accedere alla PMA. Anche in Casentino vi è un punto di accesso dall’ospedale di Bibbiena a centro di riferimento provinciale (che è anche regionale) di Cortona. Quindi i servizi sul territorio non vengono smantellati ma si articolano per garantire sicurezza e qualità delle prestazioni che richiedono competenze sempre maggiori, una razionalizzazione delle risorse, una facilitazione dell’accesso e che dunque non possono che articolarsi secondo la logica di ‘rete’.
Di questo parleremo assieme a Gianni Baldini Autore del libro Persona e famiglia nell’era del biodiritto con il Direttore della ASL sud Est Enrico Desideri, la Senatrice Mattesini e il Prof. Mencaglia responsabile PMA per la Toscana.
Comunicato stampa, 15 gennaio 2018