Giallo di Bibbiena, nessun segno di violenza sul cadavere

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Nessun segno di violenza sul cadavere di Gianni C., l’uomo ritrovato carbonizzato nella sua auto a Bibbiena martedì scorso. Così i primi rilievi del medico legale sul corpo carbonizzato del 45enne consulente di Papiano. Ovviamente, per saperne di più, bisognerà aspettare l’autopsia prevista per oggi (venerdì 17 n.d.r.) che sarà eseguita dall’equipe di medicina legale di Siena guidata dal dottor Gabbrielli. E proprio l’assenza di segni di violenza fa propendere l’ipotesi investigativa verso la teoria del suicidio. La logica, invece, no. Troppi, infatti, gli indizi per credere ad un gesto estremo del povero Gianni. Li riassumiamo brevemente:
1. Il cadavere è stato rinvenuto nel sedile posteriore dell’auto (posizione anomala).
2. Non sono stati trovati segni di innesco dell’incendio all’interno dell’auto (anche se si attende l’esito dei rilievi dei Ris).
3. Non si tratta di un modus operandi classico di un suicida. Purtroppo sappiamo bene che per togliersi la vita esistono metodi molto più semplici.
4. Indiscrezioni da parte di alcuni conoscenti hanno rivelato come la vittima avesse confidato ad amici di sentirsi minacciato e di apprestarsi a sporgere denuncia alle autorità.
5. Amici e parenti hanno appreso la notizia come un fulmine a ciel sereno, mai si sarebbero aspettati un gesto estremo da parte della vittima. Anche il particolare momento della vita del povero Gianni (una figlia piccola e un progetto futuro di avere altri figli) non darebbero adito ad ipotesi di suicidio.
Resta da capire, quindi, qualora si trattasse di omicidio, chi volesse morto il povero consulente finanziario e perché. Saranno sicuramente indagini lunghe e difficoltose quelle a cui sono chiamati gli investigatori del Comando di Bibbiena. A meno che l’esito dell’autopsia non ci riveli sorprese.

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