Gruppo Lfi Spa, avviato l’iter per la modifica statutaria

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Il 2020 si apre con la fondamentale sfida che sarà al centro di una prossima assemblea straordinaria della Società chiamata a confermare il positivo parere dell’assemblea dei soci dello scorso 29 novembre

Seri: “E’ un passaggio epocale, per sviluppare e far crescere un’azienda strategica del territorio aretino/senese in termini sia occupazionali, sia di fatturato diretto e da indotto”

 Il Gruppo Lfi  ha chiuso il 2019 approvando un documento mirato ad approfondire le evoluzioni societaria e puntare alla modifica di quelle parti dello Statuto che possano consentire la ridefinizione dei pesi azionari della compagine societaria e le regole di Governance. Dopo l’approvazione da parte dell’Assemblea dei Soci, che si è svolta lo scorso 29 novembre 2019, uno dei primi passaggi chiave del 2020 sarà quello della convocazione di un’assemblea straordinaria chiamata a svolgere i necessari adempimenti.

“Quello della modifica dello statuto rappresenta un passaggio epocale per il Gruppo Lfi Spa – spiega il Presidente Maurizio Seri –  per sviluppare e far crescere un’azienda strategica del territorio aretino/senese in termini sia occupazionali, sia di fatturato diretto e da indotto. Per questo è molto utile rendere partecipi gli stakeholder di riferimento del nostro territorio delle possibili evoluzioni future, anche in termini di servizi all’utenza”.

In particolare, la Regione Toscana ha manifestato la volontà di mettere a gara nell’arco di circa un biennio, in un unico lotto, alcune tratte ferroviarie regionali considerate “deboli”, compresa la Sinalunga-Arezzo-Pratovecchio Stia.

“A questa procedura – spiega Seri – il Gruppo Lfi spa, mediante la propria controllata Tft spa, potrebbe non poter partecipare per carenza dei requisiti tecnici, finanziari/economici e societari. Tft spa andrebbe quindi ricapitalizzata da parte di Lfi spa (ovvero da parte degli attuali soci), per fare fronte agli investimenti legati al materiale rotabile, indispensabili, per partecipare alla procedura di gara con ragionevoli aspettative di successo. Tuttavia, anche laddove venisse perseguito questo obiettivo, la possibilità di partecipare alla procedura ad evidenza pubblica rischierebbe di venire meno permanendo l’attuale composizione societaria di Lfi spa”.

“Infatti – aggiunge Seri – la presenza nel capitale sociale di Lfi spa di due partner industriali come Ratp Dev Italia ed Ataf Gestioni srl (Gruppo Busitalia – Ferrovie dello Stato Italiane), laddove tali soggetti, o i rispettivi gruppi di riferimento, intendessero partecipare alla gara regionale autonomamente, impedirebbe la partecipazione di Tft spa, stante i collegamenti societari. Su questo tema il Gruppo Lfi spa ha già acquisito da tempo pareri legali che confermano questa problematica”.

Le conseguenze potrebbero dunque essere tali da mettere in discussione la stessa continuità aziendale della controllata Tft spa.

Per evitare questo scenario, consentire la partecipazione alla gara regionale da parte di Tft spa, ed assicurare una prospettiva futura al Gruppo Lfi spa, ad avviso del Cda di Lfi “occorre un ruolo sinergico da parte degli attuali partner industriali, in grado di apportare know how, risorse finanziare e requisiti economici/patrimoniali di assoluto rilievo, peraltro i loro rispettivi gruppi societari di riferimento sono a totale controllo pubblico da parte dei rispettivi Governi Francese e Italiano. Nel contesto prefigurato i partner industriali dovrebbero rivestire un ruolo sempre più importante per la continuità e la crescita aziendale di Tft spa. Per favorire questo percorso di prospettiva, occorre dunque modificare l’attuale statuto di Lfi spa ridefinendo i pesi azionari della compagine societaria e le regole di Governance. Il primo passo fondamentale per l’attuazione di quanto ipotizzato è che gli azionisti di Lfi spa procedano, preliminarmente, alla modifica delle clausole statutarie dell’art. 6 punto 4 e art. 37 punto 2, le quali prevedono lo scioglimento della società nel caso in cui le azioni di tipo “A” detenute dagli enti pubblici territoriali scendano sotto il 51% del capitale sociale”.

C. stampa

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