La notte, o meglio, la vigilia di Capodanno, è detta notte di San Silvestro. Il giorno 31 dicembre è festa dedicata al santo Papa Silvestro, il 33° vescovo della città di Roma, il cui pontificato è durato ventuno anni dal 314 al 335, anno quest’ultimo della sua morte, avvenuta proprio il 31 dicembre. Il suo pontificato coincise con il lungo impero di Costantino I, che con l’Editto di Milano nel 313, per la prima volta, riconobbe ai cristiani la libertà di culto. Secondo il Liber Pontificalis, su suggerimento del papa, Costantino fondò la basilica di San Pietro sul Colle Vaticano, sopra un preesistente tempio dedicato ad Apollo. A papa Silvestro, Costantino donò, come residenza, il palazzo del Laterano affiancato più tardi dalla basilica di San Giovanni. Per i cattolici, San Silvestro è considerato il ‘traghettatore’, colui che guida e trasporta le anime e le persone verso il nuovo anno. L’agiografia di San Silvestro tramanda della vittoria che il papa riportò su un drago al quale, dopo aver sceso 365 gradini (tanti quanti i giorni dell’anno) riuscì a legare la bocca con un filo, rendendolo così inoffensivo, non potendo più l’animale, gettare fuoco fuori dalle fauci. Le reliquie del santo papa, oggi si trovano a Roma, nella Chiesa di San Silvestro in Capite e a Nonantola (Modena) nell’Abbazia di Sant’Anselmo. A Poppi, nella chiesa dedicata all’Annunziata, che fa parte del complesso architettonico del monastero fondato nel 1563 in località Benvegnante, sotto l’Ordine di Sant’Agostino, si conserva una tavola di Francesco Morandini detto il Poppi, dal suo paese d’origine, commissionata al pittore con un contratto datato 14 luglio 1588. Solo dopo il ritrovamento, presso la Biblioteca del Castello di Poppi, di alcuni documenti inediti, è stato possibile individuare il personaggio raffigurato nella tavola, posizionata a destra di quella centrale con l’Annunciazione, con papa Silvestro I identificato fino a quel momento, con papa Gregorio Magno. Dai documenti infatti si rileva che la chiesa fu costruita inglobando nel complesso architettonico del monastero agostiniano, un oratorio dedicato a Silvestro Papa e nel contratto, si specifica che il Poppi doveva raffigurare proprio questo personaggio. Dopo il restauro, avvenuto in occasione della mostra “Nel segno di Leonardo. La tavola Doria. Dagli Uffizi al Castello di Poppi” nel 2018, curata dalla sottoscritta, è stato possibile leggere chiaramente le caratteristiche stilistiche che risentono delle ricercatezze dello Studiolo di Francesco I a Firenze, quali l’attenzione posta dal pittore ai particolari preziosi, resi con minuzia descrittiva, come la spilla che chiude il piviale, le mitree gemme, la conduzione della barba fluente. Pur essendo pressata in uno spazio ristretto, la figura di San Silvestro riesce ad emergere dal fondo scuro, grazie al sapiente uso della luce; il linguaggio pittorico del Poppi si mostra conforme ad un rinnovato sentire religioso che in età post tridentina, s’incanalava verso un più sistematico decorum. La forma espressiva solenne ma al contempo semplice e quasi colloquiale della figura papale, rappresenta una soluzione capace di rispettare le nuove esigenze di comunicabilità poste dalla Controriforma.