Il borgo di Raggiolo rende omaggio a Napoleone

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La Brigata di Raggiolo ha realizzato un filmato in occasione dei duecento anni dalla morte del francese. L’iniziativa anticipa uno spettacolo che verrà messo in scena nel calendario di eventi di RaggioloEstate

 

RAGGIOLO (AR) – Il borgo di Raggiolo ha reso omaggio a Napoleone Bonaparte. L’iniziativa è stata promossa dalla Brigata di Raggiolo che ha condiviso sulla propria pagina facebook e sul proprio canale youtube un filmato dedicato al condottiero e imperatore francese, in occasione dei duecento anni dalla morte avvenuta il 5 maggio 1821. L’omaggio trova la propria motivazione nella radice còrsa che accomuna Raggiolo e Napoleone: quest’ultimo, infatti, nacque in Corsica ad Ajaccio, mentre il paese casentinese è stato dal ‘500 una vera e propria colonia di còrsi che sono dunque considerati gli antenati degli attuali abitanti e da cui derivano molte tradizioni locali.

Il filmato, realizzato da Samuele Boncompagni dei Noidellescarpediverse, trova il proprio fulcro nella lettura da parte dell’attore Riccardo Valeriani di un estratto della celebre ode “Il cinque maggio” scritta da Alessandro Manzoni all’indomani della scomparsa del francese. “5 maggio 2021. Raggiolo, il paese dei còrsi, rende omaggio al più famoso dei còrsi: Napoleone Bonaparte” è il testo riportato in apertura di un video che termina invece con un simpatico taglio caratteristico delle produzioni dell’associazione culturale aretina e, soprattutto, con un’anteprima di uno spettacolo che verrà messo in scena nel calendario di eventi della rassegna RaggioloEstate2021. L’opera immaginerà l’arrivo dello stesso Napoleone nel borgo casentinese dove, facendo affidamento sulla colonia còrsa del luogo, progetterà la ricostruzione del proprio impero. «Raggiolo – ricorda Paolo Schiatti, presidente della Brigata di Raggiolo, – è stato una colonia di còrsi che si insediarono nel borgo per ripopolarne l’antico castello, distrutto nel ‘400. I còrsi sono considerati gli antenati degli abitanti di Raggiolo che si richiamano ancora alla loro tradizione con distinzione e fierezza, dunque ci sembrava doveroso omaggiare queste radici con un collegamento con i duecento anni dalla morte del còrso Napoleone Bonaparte».

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