(di PSI Casentino)
A leggere in questi giorni la stampa locale pare che l’unico problema del Casentino (dopo le fusioni) sia la chiusura del punto nascita di Bibbiena. Come scrisse una testata locale tempo fa, siamo tutti a chiedersi chi sarà l’ultimo a nascere nella nostra vallata.
Diciamoci la verità, è un “vero” problema se un bambino del Casentino nasce ad Arezzo?
E’ un “vero” problema se la madre, che sta bene, va a partorire al San Donato e dopo tre giorni torna in Casentino?
Riarmiamoci di buon senso e chiediamoci quale può essere il reale problema del Casentino. Dal nostro punto di vista insomma dovremmo chiederci (parafrasando) chi sarà l’ultimo giovane a restare a vivere in Casentino…
Perché, vedete, è vivere (non nascere) in Casentino che non è facilissimo. Non è facile perché la nostra piccola vallata ha una morfologia che la rende fisicamente chiusa. Cosa che molto piace ai turisti slow che vengono qualche giorno all’anno a ritemprarsi, trovando quiete e rappresentazione ideale del tempo che fu.
Cosa che non dispiace anche a noi ma preferiremmo ci fossero anche altri percorsi insieme, magari infrastrutture che ci permettessero di associare la quiete con la facilità di raggiungere altri posti, per rendere anche più facile la ricerca di lavoro anche fuori vallata, con più occasioni di crescita per i nostri giovani, con più possibilità di stare qui, vivere, crescere, intraprendere.
Un po’ di apertura non ci farebbe male insomma. Non manca un punto nascita in Casentino, mancano infrastrutture, strade di collegamento con Arezzo e Firenze (sapete quanti nostri giovani potrebbero studiare o lavorare a Firenze senza essere obbligati a trasferirsi in città se ci fosse un sistema ferroviario moderno? O uno viario decente?)
Manca connessione e banda larga. Ci sono ancora paesi interi che non sono raggiunti dal segnale per i cellulari. Manca attrattività, manca promozione.
Poi non ci stupiamo se mancano gli investimenti.
Manca, e ritorniamo all’Ospedale, un pronto intervento e soccorso che soddisfi tutte le emergenze e urgenze, di giorno e di notte, nei feriali e nei festivi. Parti inclusi.
Un punto di primo soccorso, aperto, attivo, funzionante, sempre. Un punto di primo soccorso attrezzato per tutti i possibili interventi e procedure di primo intervento anche per situazioni più complesse. Una medicina più attrezzata e dinamica che sia di raccordo fra il pronto soccorso, ospedali più grandi e RSA di zona, che dia una risposta ad una popolazione del ns. Casentino che è, già da tempo e nei fatti, in età media molto avanzata. Quanto non urgente può concentrarsi in ospedali più grandi anche se un po’ più distanti. Non ci pare una tragedia.
Comunicato stampa – Psi Casentino –