Immatricolazioni: a settembre è boom di nuove auto

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Foto di Kahl Orr da Pixabay

Il mese di settembre appena concluso certifica ancora una volta il periodo più che positivo per il settore automotive, con i volumi di vendita che, pur essendo ancora indietro del 20% rispetto al 2019, ultimo anno prima dello scoppio delle crisi economiche conseguenti all’avvento del Covid19 e alla guerra in Ucraina, risultano essere molto superiori rispetto al 2022.

Secondo i dati del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, infatti, le nuove immatricolazioni a settembre 2023 hanno raggiunto e superato quota 136 mila unita, con una crescita complessiva del +23% circa rispetto allo stesso periodo di riferimento del 2022. In quest’ottica, però, è bene sottolinearlo, che la base di confronto è davvero impietosa, viste le pessime performance degli scorsi 12 mesi.

Ad ogni modo, lo scorso mese l’automotive ha quasi raddoppiato le prestazioni di agosto 2023 e triplicato quanto registrato a giugno e luglio. Come dicevamo, sebbene la situazione non sia tornata ai livelli ottimali del 2019, la fettuccia è sempre più stretta, e il divario è ormai sotto il 5%. Anche il mercato dell’usato continua la sua corsa, con un +6% di cambi di proprietà a settembre e, tolti i diesel e benzina che primeggiano in questo segmento, c’è da segnalare un grande exploit da parte dei modelli ibridi usati, in particolare quelli a benzina.

La top10 delle auto più vendute a settembre

In un contesto positivo che sta interessando praticamente tutti i brand che vendono nel nostro Paese, vediamo che nella top 10 a ricoprire il ruolo da protagonista è il gruppo Stellantis. Il colosso guidato da Tavares, infatti, piazza, ben sei modelli tra i più venduti a settembre, con la Fiat regina del mercato con la solita Panda in cima, con quasi 9500 nuove immatricolazioni, e la 500 in terza posizione con circa 3900 vetture vendute. Molto bene anche la Lancia Ypsilon, medaglia di legno con 3790 immatricolazioni, la Citroen C3 sesta con circa 3500 vendite. Ottavo posto per la Jeep Avenger, con il brand che fa registrare le percentuali più alte del gruppo, crescendo addirittura del 109%, seguita da Peugeot, +62%, con la 108 che chiude la classifica con oltre 2900 unità vendute.

I restanti posti rimasti liberi sono occupati dalla Dacia Sandero, seconda classificata con poco più di 4000 veicoli venduti in Italia nel settembre 2023, la Toyota Yaris al quinto posto con oltre 3500 unità, settima la Vokswagen T-Roc (circa 3000) e nona la Ford Puma (poco meno di 3000).

In linea generale, sia Stellantis che il gruppo Volkswagen possono ritenersi più che soddisfatti con una crescita complessiva pari rispettivamente al +24,1% e al +19,45, rispetto allo scorso anno, con i soli brand Maserati e Lamborghini che viaggiano in territorio negativo.

Bene anche gli altri brand tedeschi, con BMW che fa segnare un +33,6% e Mercedes +14,7%. Ottime performance anche da parte dei costruttori giapponesi, tutti in positivo, eccezion fatta per Mitsubishi che non riesce ormai da tempo ad arginare un calo drastico delle vendite, che a settembre si riassume con un -39,1%.

Le province italiane con più immatricolazioni

Sfogliando il report relativo a settembre 2023 di UNRAE, vediamo che a primeggiare nella classifica delle province italiane con il maggior numero di nuove immatricolazioni c’è Roma, con oltre 13mila auto vendute, seguita al secondo posto da Trento, con oltre 12500 nuovi veicoli registrati. Medaglia di bronzo per Torino, con circa 11500 unità vendute.

Le immatricolazioni auto Firenze, complessivamente 9332, sono il quarto maggior dato tra le province, meglio anche di Milano che si ferma a poco meno di 8000.

In linea generale, l’Italia malgrado questi numeri molto positivi si trova ancora a fronteggiare un numero troppo alto di veicoli con oltre 10 anni di età, pari a 23 milioni del parco circolante, portandoci in cima alla classifica europea. Dietro questi dati, il minor poter d’acquisto conseguente prima alle suddette crisi economiche e oggi ai livelli di inflazione che hanno portato a una crescita dei prezzi non sempre gestibile dalle famiglie.

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