CASENTINO – È saltato l’incarico per sostituire in maniera definitiva la dottoressa Antonella Oddone, in pensione ormai da settembre 2020: a fine ottobre, la dottoressa che doveva entrare in servizio giusto due giorni dopo, ci ha infatti ripensato e non ha accettato. È stata poi scorsa tutta la graduatoria aziendale per gli incarichi provvisori, stilata annualmente, ma nessuno ha accettato. Come se non bastasse, almeno fino a fine anno non si saprà l’esito dell’avviso straordinario uscito a settembre per la zona carente Alto-Casentino, dopo che il 1° agosto la dottoressa Pierina Mezzetti aveva ottenuto il trasferimento ad Arezzo. Antonella Secco, direttrice socio-sanitaria del distretto del Casentino, assicura che “si sta facendo una ricognizione per cercare medici interessati a incarichi provvisori, in attesa che venga fatto uscire un nuovo avviso regionale per le zone carenti, previsto nel marzo 2023. Stiamo valutando le possibili alternative e sondiamo la disponibilità dei pediatri delle zone limitrofe”.
In Valtiberina, in attesa del terzo pediatra che dovrebbe entrare in servizio a gennaio, è stata siglata una convenzione con l’Università di Siena per consentire agli specializzandi in pediatria di fare alcune ore ambulatoriali. Questo per riuscire ad offrire comunque un servizio alle famiglie durante gli enormi tempi vuoti che seguono a un pensionamento o ad un trasferimento, quest’ultimo permesso dall’attuale legislazione, fatto più che criticabile, poiché di questi tempi dovrebbe essere garantito solo una volta trovato il sostituto, senza lasciare buchi. Le stesse ferie sono ormai un problema, non solo per i pediatri, ma anche per i medici ospedalieri.
A questo si aggiunge anche la mancanza del neuropsichiatra infantile, per il quale tutti, tra vertici ASL e politici, hanno speso parole di impegno, ma evidentemente senza raggiungere alcun risultato.
Ora che si sta entrando nella stagione invernale e che aumentano i malanni di stagione ed i casi di Covid-19, per i genitori diventa un problema anche solo parlare telefonicamente con i pediatri per un certificato medico. È quindi auspicabile che siano attuate quanto prima almeno attività di segreteria sempre più funzionanti. Dopo l’aumento del massimale, con la dottoressa Fregoli che conta circa 1.260 pazienti, pur con l’aumento degli orari di visita ambulatoriale e una riduzione delle visite domiciliari, rimane tuttavia difficile garantire un servizio adeguato alle necessità. A molti genitori non resterà che segnare i bambini sopra i sei anni col proprio medico di famiglia, però allora bisognerà vedere se ci saranno ancora i numeri per la zona carente ed il terzo pediatra.