In vista dell’incontro sull’assistenza pediatrica in Casentino, organizzato venerdì 13 maggio a Corsalone dall’associazione Mauro Grifoni Forever, il Consigliere Regionale Vincenzo Ceccarelli, componente della Commissione regionale Sanità, ci ha rilasciato la seguente intervista.
Ceccarelli, grazie al PNNR la regione Toscana ha già stanziato i fondi anche in sanità per realizzare i primi progetti. Cos’è previsto per il Casentino e quale la tempistica?
Il PNRR è una grande opportunità da cogliere e la pianificazione è già in stato avanzato. Per il Casentino sono programmati interventi sull’ospedale e sulla casa di comunità per quasi 10 milioni di euro. Nel dettaglio, 1.5 milioni saranno investiti per realizzare, nei locali del vecchio ospedale, la Casa della Comunità di Bibbiena che opererà accanto alle altre case di comunità già operative a Rassina, Poppi e Stia; mentre oltre 8 milioni di euro saranno destinati alla messa in sicurezza sismica e riqualificazione del nuovo e del vecchio presidio ospedaliero. Il termine per la realizzazione degli interventi è giugno 2026 per la Casa di Comunità e fine 2026 per l’antisismica. L’Asl ha avviato l’organizzazione per rispettare il cronoprogramma di realizzazione degli obiettivi. In questa fase, la Asl sta selezionando tre professionisti per la progettazione di fattibilità tecnico economica rafforzata.
Il Covid ha messo ancor più in evidenza la necessità di cure vicine a casa. In settori specialistici e in zone distanti dai centri di cura di maggior livello come il Casentino questo significa messa in funzione di canali telematici. Cos’è previsto?
Lo avevamo già capito, ma la Pandemia ha palesato la necessità di rafforzare i sistemi sanitari territoriali, in particolar modo nei territori distanti dai grandi centri ospedalieri. La prima risposta per colmare questo divario è data a livello nazionale proprio dal PNRR, laddove si individua una missione denominata “Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale” e poi dal successivo DM 71 “Modelli e standard per lo sviluppo dell’Assistenza Territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale”. In questo scenario l’Asl sud-est, che opera sul territorio più ampio e meno densamente popolato della regione toscana, con il Casentino ben rappresentativo di questa difficile condizione, ha già avviato un proprio programma di riorganizzazione dei Servizi Territoriali. L’obiettivo è di realizzare lo sviluppo della sanità territoriale ed il rafforzamento dell’integrazione socio-sanitaria secondo il modello “Connected Care”, attraverso l’adozione di nuovi modelli organizzativi, nuove tecnologie e percorsi socio-assistenziali. In particolare, si vuole di abbattere il divario di accesso ai servizi attraverso le tecnologie digitali della Telemedicina che renderanno possibile l’adozione di nuove modalità organizzative, basate su una più stretta collaborazione delle strutture specialistiche con i medici di medicina generale e con la diffusione dell’infermiere di famiglia e l’assistenza domiciliare integrale. Si tratta di un programma complesso e impegnativo che riguarda l’intero territorio delle tre Province di Arezzo, Siena e Grosseto, tutte caratterizzate da ampi territori delle cosiddette aree interne o montane, che comincerà a produrre i suoi benefici entro i prossimi 24 mesi. In sostanza, si tratta di fare della casa il principale luogo di cura e di presa in carico del paziente da indirizzare eventualmente verso le cure specialistiche.
Le associazioni dei genitori per bocca del loro rappresentante Andrea Fiori lamentano alcune criticità nell’applicazione dei progetti della Rete Pediatrica nelle zone della Toscana Sud Est. Lei pensa sia possibile svolgere azioni di sensibilizzazione in tal senso verso la Giunta in qualità di consigliere aretino e componente della commissione sanità?
Ho recentemente avuto un incontro a cui hanno partecipato anche rappresentanti dell’associazione Grifoni che mi hanno rappresentato la difficoltà di interoperabilità tra le strutture locali e il Mayer. Mi sono adoperato per trovare una soluzione al problema e la Asl sta operando in tal senso. Per il resto, occorre favorire la collaborazione in ambito pediatrico fra territorio e ospedale, come espressamente prevista dalla legge regionale sulla Rete Pediatrica. Non credo che sia necessario sensibilizzare la Giunta in questa direzione, perché già si sta lavorando.
Cosa può dirci sul nuovo distretto sanitario Casentino?
Quando fu creata la maxi zona-distretto io espressi tutte le mie perplessità e non votai la pdl in Giunta. Quando, dopo oltre 3 anni di sperimentazione, mi sono trovato nel posto e con l’incarico giusto per poter intervenire mi sono battuto convintamente, recependo le richieste provenienti dal territorio e in particolare dai Sindaci perché fosse ripristinato un modello organizzativo più vicino ai cittadini e ora ci aspettiamo che il distretto dia le risposte da tutti attese. A seguito della previsione della Zona Distretto Casentino come Zona autonoma, nonché della nomina del suo Direttore (la dottoressa Antonella Secco), mi risulta che l’ASL stia provvedendo alla costituzione delle strutture organizzative per l’erogazione dei servizi. Questa fase di riorganizzazione interna all’azienda sanitaria rappresenta il primo passo per la l’individuazione dei relativi responsabili, mediante indizione dell’avviso al quale parteciperanno i dipendenti in possesso dei requisiti di legge.