9 casentinesi, 9 amici, 9 atleti che, a Cascais in Portogallo, hanno compiuto quella che si può definire senz’altro un’impresa: concludere un Ironman. L’Ironman non è una disciplina sportiva per persone normali (a meno che non lo si faccia di professione). L’Ironman è uno sport, lo dice il nome stesso, per uomini e donne di ferro. È una gara che ne racchiude tre, definita anche triathlon super lungo, comprende 3,86 km di nuoto – 180,260 km di bicicletta e 42,195 km di corsa (la distanza della maratona). È facile capire, anche per chi non conosce bene questo tipo di sport, come portare a termine una gara simile sia davvero un’avventura. Ecco, i nostri supereroi casentinesi ce l’hanno fatta tutti e nove. Chi sono? È presto detto: Andrea Albertoni, Federico Caleri, Michele Chiarini, Luca Ghelli, Giovanni Giovannetti, Deja Larreca, Marco Matini, Francesca Nassini, Samuele Roselli. 9 atleti casentinesi, 9 amici che vanno dai 30 anni del più giovane ai 50 del più “anziano” e non staremo nenache a dire chi è il più anziano perché un 50enne che compie un’impresa simile è tutto fuorché vecchio. E neanche parleremo di tempi (benché alcuni siano strabilianti) perché ciò che importa è che tutti e nove abbiano portato a termine questa fatica e l’abbiano fatto grazie all’allenamento, all’abnegazione, alla passione e ad una forza di volontà che ha dell’incredibile. Perché per percorrere distanze simili in tre discipline sportive diverse è necessario un allenamento simile a quello dei professionisti. Non ci si improvvisa Ironman, lo si diventa attraverso l’impegno, la fatica e l’allenamento duro, anche due volte al giorno quando si è vicini alla gara. E, lo ricordiamo se ancora ce ne fosse bisogno, non stiamo parlando di atleti professionisti, ma di nove persone che fanno lavori normali e che grazie alla loro incredibile passione riescono anche a ritagliarsi il tempo per allenarsi e portare a termine un Ironman. Per loro una sola parola: chapeau!
Le loro, invece, sono queste. Francesca Nassini: «Mai come questa notte non dormire mi rende felice. Sto ripensando continuamente ad ogni momento della gara. A quante volte parlando tra me ho detto avevano ragione la gara è il meno. Non ho mai pensato nemmeno un secondo di mollare, ma non ho mai nemmeno pensato di avercela fatta, mi sono affidata a me e al destino. In quanti riescono a farlo nella vita? Ad essere artefici del proprio destino? Vi ringrazio uno ad uno (ai suoi compagni di avventura, ndr). Per aver pensato anche solo un secondo che davvero ce l’avrei potuta fare. Ora che l’ho fatta capisco l’importanza della vostra fiducia. Grazie di esserci stati, per ogni consiglio che ad ogni cena mi avete dato, per ogni risata che mi avete strappato, per aver capito le mie ansie e le mie paure pur scherzandoci sopra. Oggi mi sono sentita padrona dell oceano, mi sono sentita una cavaliera sul suo cavallo (mai la mia bici mi è sembrata cosi bella complice ed umana) ed infine… mai mi sono sentita così decisa nel volere una cosa e mai le mie gambe hanno davvero seguito così perfettamente la mia testa. Ecco, tutto questo senza si voi non sarebbe mai successo e tutto questo senza di voi non avrebbe avuto lo stesso valore. Per me oggi era necessario incrociare i vostri sguardi, sapere che tutti saremo stati iron. L’amicizia è questo e voi ogni volta mi ricordate di quanto sono fortunata ad avervi.»
Samuele Roselli: «Mi emozionano le vostre parole, ogni metro della maratona cercavo i vostri sguardi per incitarvi, ma quando vi incrociavo eravate voi ha darmi la forza. Caleri, Nassini e infine ma non ultimo Giovannetti siete stati INCREDIBILI naturalmente IRONMAN!»
Luca Ghelli: «Anche questo traguardo è stato raggiunto, non senza difficoltà, ma con tanta determinazione e impegno. È stato fantastico vedere TUTTI i miei compagni di avventura dare il massimo per arrivare a quella meta così ambita, sognata e nonostante la fatica sorridere ad ogni cenno quando il percorso ci portava ad incrociare il nostro cammino.»
«Per tutti – continuano i nostri eroi – è stato un anno ipegnativo, fatto di sacrifici, sofferenze, gioie e dolori. Allenamenti in ogni ora della giornata: dalla mattina alle 5 alle sera alle 22, nelle ore libere dagli impegni di lavoro o familiari. Un anno a cercare di incastrare tutto in modo tale che il tutto non ci stancasse mai e che restasse sempre un divertimento e un piacere. La linea della rinuncia è sempre stata sottile, ma nessuno di noi l’ha mai oltrepassata. Aver voluto fare questa gara rappresenta semplicemente l’aver scelto uno stile di vita, quello della serenità fisica e mentale, della forza fisica e mentale, dell’equilibrio e del controllo.»
Parole, quelle dei nove amici casentinesi, che vanno oltre la gara; che parlano di impegno, di forza di volontà, di abnegazione, di sostegno reciproco e, soprattutto, di amicizia. Quel sentimento che, siamo sicuri, è stato per loro il valore aggiunto che li ha portati tutti al successo. Andrea, Federico, Michele, Luca, Giovanni, Deja, Marco, Francesca, Samuele voi siete Ironman!