Bambini costretti a essere grandi. Forse con questo potremmo dire tanto, se non tutto, di questa nostra epoca. Sì perché in qualche modo, lo sguardo che posiamo sull’infanzia è un po’ la cartina tornasole del nostro agire quotidiano, del pensiero che presiede la nostra azione, insomma della nostra filosofia di vita.
Da un lato i bambini spettacolarizzati con agende zeppe di impegni, bambini “star” loro malgrado; dall’altro bambini sfruttati in ogni modo. Questa adultizzazione ha costi elevatissimi, che non stiamo ad elencare, ma che possiamo facilmente intuire. Ma c’è chi, nonostante tutto e silenziosamente, ha sempre lavorato perché ai bambini fosse restituita la propria infanzia, il proprio tempo, fatto anche di noia creativa e produttiva.
Così, dopo 34 anni di professione fatta con amore ed abnegazione è doveroso, anche come cronaca, dedicare uno spazio (da lei, donna del fare e non dell’apparire, poco gradito) alla dottoressa Antonella Oddone (che nella unica foto “social” vediamo nel suo studio con uno dei suoi tanti bambini), volontaria Unicef e punto di riferimento per tante famiglie della vallata.
Da anni Antonella non solo cura il corpo dei bambini, ma cerca di sostenerne anche le ragioni, riportando la sua crescita interiore nel tempo dell’attesa e della fantasia. Un’impresa da Don Chicotte che, nonostante tutto, non l’ha mai vista indietreggiare.
Volontaria Unicef ormai da anni, sostiene l’importanza della cura del bambino in quella sfera che potremmo impropriamente definire “intellettiva”: “I Bambini sono esseri preziosissimi – dice Antonella Oddone – per i quali possiamo fare tanto. Fino a poco tempo fa si credeva che tutto fosse, come dire, tutto geneticamente determinato. Niente di più sbagliato. Con l’avvento della epigenetica siamo andati oltre e si è scoperto che nella formazione dell’individuo influiscono anche agenti esterni. Ecco perché la cura, la qualità del legame materno, la lettura e altre cose possono influire enormemente sull’evoluzione del futuro adulto. Cosa dobbiamo fare? E’ fondamentale far capire ai genitori le tante potenzialità che hanno i loro bambini… immense e inimmaginabili per molti. A cinque mesi dentro l’utero materno, il cervello dei bambini è pronto, miliardi di neuroni funzionanti che assorbono tutto. Insomma, l’esperienza dalla nascita all’adolescenza, è in grado di plasmare in modo sostanziale conoscenze e comportamento dell’individuo. Negli ultimi decenni, le ricerche di genetica hanno mostrato quanto siano importanti per la vita di un organismo non solo i geni, in cui sono codificate le informazioni per la sintesi delle proteine, ma anche i meccanismi che regolano l’espressione dei geni, attivandoli o silenziandoli.” In questo concetto di “esperienza” positiva è inclusa anche la lettura ad alta voce. A questo proposito la dottoressa Oddone dice: “La promozione della lettura in famiglia è stata definita “l’attività più efficace per promuovere lo sviluppo del bambino” ed è stata raccomandata dall’OMS, dall’UNICEF e dalla Banca Mondiale nell’ambito delle attività tese a stimolare precocemente lo sviluppo intellettuale e le competenze del bambino. Le ricerche effettuate a partire dai primi anni ’90 hanno dimostrato che i bambini cui viene letto fin dal primo anno di vita con una certa continuità hanno un migliore sviluppo del linguaggio e ciò è in grado di migliorare la loro capacità di apprendere la lettura. La lettura ad alta voce in epoca precoce inoltre favorisce nei bambini la motivazione, la curiosità e la memoria. I genitori possono “scoprire” l’interesse dei bambini anche molto piccoli rispetto al libro e rendersi così conto che le competenze del bambino esistono ben prima di quanto potessero supporre e che tali competenze possono essere valorizzate e stimolate”. Insomma Antonella sostiene che non ci sono differenze di classe, di stato, di origine che possano ostacolare, in teoria, l potenzialità di ogni bambino e raccomanda: “Riportiamo al centro l’infanzia con i suoi bisogni, riportiamo al centro il bambino con i suoi diritti e facciamo crescere anche con la parola… le parole, lo dico per esperienza, spesso cura molto più di tante medicine”.
Madre di due figli ormai grandi (uno dei quali oggi vive e lavora a San Francisco come designer e l’altro è sceneggiatore), la Dottoressa Oddone è sicura nel dire ai giovani: “Fate quello che vi rende davvero felici e non per accontentare i genitori. Io ho scelto di fare il medico anche contro la volontà di mio padre, medico dal quale ho ammirato, fin da piccola, lo speciale rapporto che aveva saputo costruire con i propri pazienti… da lì ho capito quanto la relazione, la cura e la responsabilità siano essenziali in questa professione”.
La Dottoressa Oddone sarà presente a Lierna domenica 27 maggio in occasione della “Festa delle bambine e dei bambini” per parlare ai genitori dell’importanza della lettura ad alta voce. A supportarla in questo ci sarà, accanto a lei, la scrittrice Marina Martinelli che leggerà ai presenti alcune delle sue novelle. Il suo intervento si terrà a partire dalle ore 15,30. Nel Circolino di Lierna sarà attivo, per tutta la durata della festa, un baby pit stop con fasciatoio e spazio tranquillo per l’allattamento al seno.