di Roberta fabbrini
Domenica 6 marzo, riapre al culto la Chiesa madre della città di Bibbiena. La solenne cerimonia di Consacrazione e Dedicazione presieduta dall’arcivescovo Riccardo Fontana.
BIBBIENA. Con una solenne cerimonia di Consacrazione, alla presenza di tutta la popolazione e delle massime autorità civili e religiose, Domenica 6 Marzo 2016, la Propositura viene riconsegnata al culto, alla città di Bibbiena, al Casentino. A partire dalle ore 10,30 infatti, l’arcivescovo Riccardo Fontana presiederà la solenne liturgia di Dedicazione ai Santi Ippolito e Donato della Chiesa madre della cittadina casentinese.
Tutto questo dopo un periodo di chiusura di tre anni. Anni durante i quali sono stati affrontati accurati lavori di indagine, monitoraggio e successivo restauro sull’intero complesso sacro. Anni necessari, anche per reperire le risorse per questa opera. Un progetto condiviso, che ha unito Enti e Istituzioni, che ha visto un importante intervento economico della Regione Toscana, il contributo del Comune, gli aiuti di benefattori privati. Che, restituendo a nuova vita la Chiesa, le consente oggi di entrare a pieno titolo nel novero dei punti di interesse storico-artistico più significativi della vallata.
Edificio particolarissimo, dai tratti architettonici inusuali, la Propositura, come amano chiamarla i bibbienesi, a volte sottovalutata, è stata infatti interessata da alcuni dei principali avvenimenti dell’ultimo millennio della vita civile e religiosa del Casentino. Testimone silenziosa di assalti, assedi, danni irreversibili, rinascite inaspettate; oggetto di rappresaglie e contese tra guelfi e ghibellini, già Cappella dei Vescovi Tarlati di Arezzo, poi chiesa pubblica, la chiesa è prima di tutto un contenitore prezioso di informazioni, reperti archeologici, testimonianze arcaiche leggibili in gran parte ancora oggi nella sua particolarissima struttura architettonica, e nella sua interessante tessitura muraria.
Ma è soprattutto custode di opere d’arte di elevatissimo pregio artistico, portate qui, durante i secoli, da tutto il territorio.
A partire da Domenica infatti saranno di nuovo visibili tra le altre opere, La Madonna con Bambino e Santi, opera quattrocentesca di Bicci di Lorenzo (foto), la Madonna con Bambino opera del XV secolo di Cola da Camerino, la superba Madonna di Giona, statua lignea di attribuzione duecentesca.
Il tutto dopo un attento lavoro di restauro e riqualificazione finalizzato al risanamento e alla valorizzazione del complesso sacro; alla riorganizzazione del sistema espositivo delle opere d’arte, in direzione di una lettura ottimale; alla rivisitazione del nuovo apparato di arredi liturgici, che, accuratamente progettati e riposizionati sulla base delle attuali esigenze legate al rito, potranno essere di nuovo visitabili e godibili. L’edificio sacro si presenta quindi come segno significativo della storia locale , della storia dell’arte, ma anche come spazio sacro di indiscutibile valore.
Ma soprattutto – come ci ricorda in parroco Don Raffele Mennitti, instancabilmente presente e attivo in ogni fase del complesso percorso che ha condotto a questa giornata – “L’ingresso in Propositura rappresenterà per la Comunità di Bibbiena l’apertura della nostra Porta Santa, un viaggio lungo, faticoso, ma anche avvincente, alla riscoperta della storia antica. Un punto di arrivo e di partenza: Per testimoniare e rilanciare con più coraggio ed entusiasmo l’impegno futuro di una intera comunità. E dedicato ad una intera comunità”.