La reintegra di Paolo Agostini e l’incapacità di una classe politica

Comunicato stampa
La vicenda della reintegra del Presidente Paolo Agostini all’Unione dei Comuni Montani del Casentino, è l’ulteriore riprova dell’incapacità della nostra classe politica di governare Enti complessi in una fase storica come questa, rappresentata da preoccupazioni ed inquietudini crescenti, come la recente chiusura del Punto nascita dell’Ospedale del Casentino ha palesato.
La stessa nota con cui i Sindaci prendono atto della sentenza del TAR, stupisce per l’arroganza politica con la quale neppure in questo difficile momento istituzionale si ha la minima presa d’atto che qualcosa non funzioni.
Tra quei Sindaci che oggi chiedono che nell’ordine del giorno sia posta la mozione di sfiducia di colui che il TAR ha appena reintegrato come legittimo Presidente, ci domandiamo poi se ci sia anche il Sindaco di Poppi ed in quale forma.
Ci chiediamo infatti quale sia la posizione del secondo Comune più grande del Casentino in questa questione. 
Abbiamo nel frattempo già preso atto della Nota protocollata ieri all’Unione dei Comuni  che faceva trasparire tutta questa incertezza, laddove accanto al richiamo al nostro Comune (Poppi), non è stata fatta menzione della carica del Sindaco facenti funzioni, salvo poi nel finale il riemergere della figura in carne ed ossa del suo delegato, cioè del Vicesindaco. Questione non solo di forma, ma anche di sostanza.
Vi è infatti da dubitare che il Sindaco di Poppi intenda astenersi dal trattare politicamente della sfiducia di colui che un tribunale ha appena reintegrato, con tutti i rischi e pericoli di un conflitto d’interessi strisciante, ciò non solo per il rapporto di dipendenza che lo lega all’Unione dei Comuni, ma anche per il contenzioso giudiziario che tutt’ora pende nelle aule di giustizia tra il medesimo ed il Sindaco di Castel San Niccolò.
Che non sia dunque finalmente giunto il momento anche per Poppi di decidere che posizione assumere rispetto all’Unione dei Comuni (stare dentro, stare fuori, starci con un piede o tutti e due a seconda dell’aria che tira), a cominciare da quel vizio di fondo che vede il nostro Sindaco dare deleghe al suo Vice? Si badi, nulla contro di lui; ecco perché occorre sottrarsi sin da subito a quel conflitto d’interessi che impedisce inevitabilmente decisioni rapide, libere e serene, condotta che se non assunta rischia di tradursi in un danno per tutti cittadini a cui rivolgiamo l’azione della macchina amministrativa.
Il passaggio istituzionale che ci accingiamo ad affrontare non può essere più visto solo come una mera questione di voto di sfiducia da trattare con procura (siamo già memori dell’ingloriosa giunta e del suo verbale del 31.07.2015).
Tutta la catena degli atti di governo che la decisione del TAR rischia di travolgere pongono a rischio di commissariamento l’Ente e richiedono una piena assunzione di responsabilità che è di competenza del Sindaco assumere senza ammissioni di deleghe.
Decida dunque adesso il nostro Primo cittadino ed una volta per tutte, se intende dedicarsi a fare sulla carta il Sindaco a tempo pieno oppure no.
LISTA CIVICA POPPI LIBERA
 

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