La rigenerazione urbana secondo Bernardini-Lorenzoni. Il caso di Piazza Palagi-Ex Consorzio Bibbiena Stazione

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di Luca Tafi (Sel Casentino)

C’è una nuova formula magica nella politica urbanistica del Comune di Bibbiena: la “rigenerazione urbana”. Ah, che bella cosa! Al comune di Bibbiena si rigenera. Espressione positiva, accattivante. Infatti in questi ultimi giorni, probabilmente nella imminenza dell’avvio dei lavori di “rigenerazione urbana” di piazza Palagi-consorzio agrario di bibbiena Stazione, ci hanno inondato di comunicati e interviste per illustrarci la magnificenza del piano di rigenerazione/rinascita di quella zona (chissà perché quando sentiamo questa espressione ci viene in mente il piano di rinascita di Licio Gelli! Semplice e arbitraria associazione di idee).

Dice Bernardini: recuperiamo un vecchio edificio e diminuiamo i volumi costruiti. Già ma non ci dice che aumenta la superficie coperta, occupando una parte della piazza e demolendo quel piccolo ma prezioso spazio verde davanti alla scuola materna.
Con l’intervento il privato sistemerà aree verdi, marciapiedi e viabilità, aggiunge il prode Lorenzoni.
Già, ma non ci dice che tutto questo è a scomputo degli oneri di urbanizzazione e come compensazione della mancanza di standard urbanistici (aree verdi, parcheggi ecc.). Quindi nessun regalo dal privato al pubblico. Casomai il contrario, visto che per autorizzare l’intervento il comune ha dovuto applicare tutte le deroghe possibili previste dalle leggi.
Il tutto infiorettato dalla “rigenerazione urbana”.
Nella evoluzione della cultura urbanistica il concetto di “rigenerazione urbana” è stato utilizzato con molteplici significati, spesso per coprire le peggiori speculazioni urbanistiche. Ma nella accezione più recente è assodato che l’espressione “rigenerazione urbana” dovrebbe fare tutt’uno con “integrazione sociale e sostenibilità ambientale”.
L’obbiettivo di tali interventi dovrebbe essere la facilitazione delle relazioni sociali, quindi il miglioramento ed aumento degli spazi pubblici per le interrelazioni e la comunicazione sociale, con progettazione dal basso e partecipata.
A meno che il comune di Bibbiena non concepisca il supermercato come strumento per questi obbiettivi, l’intervento previsto non solo non rispetta questi canoni, ma ottiene l’effetto contrario:
– privatizza una parte della piazza pubblica
– per facilitare l’accesso al supermercato di fatto trasforma la piazza Palagi in viabilità
– elimina il giardino davanti alla scuola materna, il cui ingresso darà quasi direttamente sulla strada
– delega al privato compiti che dovrebbero essere del pubblico
– crea un ingorgo stradale ed aumenta l’inquinamento proprio avanti ad una struttura educativa per bimbi piccoli (scuola materna). Il tutto aggravato dagli accessi per il carico e scarico delle merci con relativo inquinamento atmosferico.
Il progetto è stato redatto nelle segrete stanze, poi imposto ai cittadini e al Consiglio Comunale (prima sospeso per la campagna elettorale, poi portato al Consiglio Comunale in tutta fretta). Speriamo che non ci vangano a dire che la progettazione partecipata si fa con due assemblee a progetto già fatto e concordato con la controparte privata!
Chissà che vocabolario della lingua italiana consultano Bernardini e Lorenzoni per definire ed attuare il concetto di “rigenerazione urbana”!
Intanto alle porte di Bibbiena c’è la bomba ecologica della ex Sacci!

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