L’affare COINGAS ed il gattopardismo all’aretina

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di Luca Tafi, Sel Casentino

La vicenda del nuovo CdA del Coingas è una storia esemplare della confusione dell’attuale panorama politico. Le parti si invertono in un vortice in cui sembra che tutto cambi perché nulla cambi.

Il Coingas, diciamolo senza infingimenti, è stato per anni il luogo in cui collocare politici “smessi”, rimasti senza poltrona ed in attesa di altri incarichi. Per questo più grande era il consiglio di amministrazione, più affamati si sfamavano.
Si è andati avanti così per tanto tempo in una pacifica spartizione tra forze politiche con prevalenza PD.
Nello scorso anno, in un attimo di resipiscenza, di fronte al dilagare dell’antipolitica, della lotta contro i costi della politica, ( e della ormai completa inattività gestionale del Coingas)fu deciso di sostituire il CdA con un amministratore unico. Sembrava una cosa saggia a tutti.
Ma ora la rivoluzione c’è stata. In più comuni hanno vinto liste civiche- Centro destra, o trasversali a coprire l’universo mondo delle posizioni politiche, come a Sansepolcro.
E nel mentre a Firenze i rigenerati rappresentanti del centro destra attivavano il coordinamento regionale dei sindaci del centro destra e civici (con adesione di Ghinelli, Bernardini ecc, escluso, sembra, Sansepolcro) che ti combina il buon Ghinelli? Ricostituisce un bel Consiglio di amministrazione del Coingas dove può piazzare qualche amico in più e qualche nuovo sodale.
Ovviamente stavolta la bagarre si è scatenata dall’altra parte. Ma quale parte? Non essendo più possibile parlare di destra e sinistra, l’unico modo per definirla è questa: la parte degli esclusi.
E’ partito il Sindaco di Bibbiena, Bernardini, civico-centrodestra, a secondo dei giorni e dei mesi, con la solita lamentazione contro i politici che cercano poltrone, lui invece no! Quello che si è capito dal suo comunicato è che non ha digerito di non essere stato consultato, di essersi trovato di fronte ad una decisione già presa senza nemmeno un preavviso, una telefonata, insomma qualcosa che dimostrasse che lui contava. E questo dopo che lui si era precipitato a Firenze alle sirene dei forzitalioti, leghisti e fratellitalioti
Bernardini si rassegni: le sue giravolte, la sua continua rivendicazione della diversità, della non politicità hanno ottenuto un solo risultato: Bibbiena, uno dei comuni più importanti della provincia non conta niente. Lo hanno usato quando serviva, ma quando devono prendere decisioni che contano nessuno lo considera. Anche quando lui ha ragione, come in questo caso.
A ruota (!) di Bernardini si sono fatti vivi i sindaci del PD, anzi alcuni sindaci (non tutti) contro la decisione arrezzocentrica di Ghinelli che fa fuori la maggior parte dei comuni. Ma non Sansepolcro.
Il comunicato dell’Assessore biturgense Marconcini (che crediamo faccia capo a Rifondazione Comunista) è un bignami di opportunismo da vecchia politica. Si sa, Rifondazione Comunista ha visioni internazionaliste, quindi non poteva rimanere chiusa nel Borgo. Doveva allargare lo sguardo al mondo…insomma ad Arezzo per dare ai biturgensi nuovi ruoli internazionali. Non a caso il comunicato di Marconcini è stato subito commentato in modo entusiastico dal buon Fausto Tenti, rappresentante del pokepol comunista, che scrive “Pieno appoggio all’operato dell’Assessore Gabriele Marconcini, così come concordato con la Giunta e il Sindaco di Sansepolcro.” Il comunismo è sempre universale, non si pone confini. Per una seggiola ci si allea anche con il diavolo, tanto i comunisti non ci credono! E i nostri cari biturgensi ci hanno fatto capire il perché della scelta di Ghinelli.
D’altra parte è divertente la motivazione del rifondarolo Marconcini: “Da un punto di vista tecnico-amministrativo abbiamo deciso di avallare la proposta formulata da Arezzo per garantire – a prescindere dal numero dei componenti dell’organo amministrativo – una continuità con l’operato dell’amministratore unico Ceccherelli, che da tutti i comuni presenti all’assemblea è stato ritenuto positivo”.
Ma se l’amministratore unico aveva operato bene…perché metterne tre? Forse perché l’uscente era un genio ineguagliabile e ci volevano tre teste per farne una? Spero che qualcuno ci spieghi la logica di Marconcini. Noi siamo un po’ duri di comprendonio!
L’unica cosa che abbiamo capito è che lui pensa di avere un ruolo centrale. Un po’, come facevano una volta i socialisti quando i loro anche modesti voti erano indispensabili alle maggioranze. Ma ora è un altro mondo e quelle di di Marconcini &C sono pie illusioni.
Ma ora penserà a tutto il PD con i suoi sindaci, che hanno dato i voti agli altri sindaci, promosso Bibbiena, bocciato Sansepolcro. Ma come moralizzatori i piddini non sono credibili. Tanto più che hanno lasciato allo stesso Bernardini il ruolo di primo oppositore ad Arezzo ed il loro documento non sembra firmato nemmeno da tutti i sindaci PD.
La conclusione è una sola: la grande rivoluzione si è risolta solo in un cambio di nomi, rinverdendo i vecchi metodi spartitori, con in peggio non accordi politici tra forze politiche alla luce del sole, ma accordi non dichiarati e a volte inconfessabili tra persone che si ostinano a definirsi apolitiche e che si coprono dietro scelte “tecnico-amministrative”
Vale sempre il vecchio detto: tutto cambi perché nulla cambi. Il gattopardo è la nostra insegna.
E la vicenda Coingas è il modello di neogattopardismo all’aretina.
Ironia della sorte: nel frattempo il governo ha approvato il decreto taglia-partecipate che sembra prevedere la eliminazione di società anche come il Coingas e stabilisce comunque una regola: l’amministratore unico per tutte!
Luca Tafi, SEL Casentino

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