L’anima del Casentino (di Massimo Orlandi)

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Di Massimo Orlandi

Dalla casa dove sono nato la visuale si distende sulla valle più o meno come nell’immagine che apre il dépliant di “Naturalmente pianoforte”.
Vedo il castello di Romena e, sullo sfondo, quello di Poppi, vedo il fondovalle che fa da scorta all’Arno e le montagne dolci del nostro Appennino. Quando è più chiaro riconosco bene il ‘crudo sasso’ de La Verna. Questa è la mia terra e non posso che sentirla unita.
Chi ha deciso di utilizzare quella foto (di Carlo Gabrielli, ndr) non ha solo pensato di mostrare la valle ma ha deciso, per la prima volta, che la valle fosse il festival, la sua ‘anima’ come recita il sottotitolo.
Naturale, sì, ma tutt’altro che scontato. Perché non è accaduto spesso che una manifestazione culturale organizzata in Casentino invece che innalzare il campanile di un paese decidesse di promuoverli tutti. Anzi, diciamola tutta, non è successo mai.
Se sfogliamo il programma di “Naturalmente pianoforte” ci accorgiamo che la grande novità del festival 2022 non consiste in un evento, in un artista, in un’iniziativa.
No, la novità è il programma stesso. Primo giorno? Eventi a Camaldoli e La Verna. Secondo giorno: concerti a Borgo alla Collina, a Raggiolo e a Castel Focognano, appuntamenti serali a Bibbiena, Poppi e Pratovecchio. Terzo giorno: entrano in scena Lierna e Strada, in serata riflettori accesi su Stia. E avanti così, sino alla fine del festival.
Il quartier generale è a Pratovecchio, dove la manifestazione è nata e dove vive. Ma la sua anima è meravigliosamente sparsa, e per seguirne la scia occorre muoversi tra tutti i borghi, i castelli, gli angoli speciali della nostra terra e cercare il suono inimitabile di un pianoforte.
Diciamolo sinceramente: ci abbiamo sempre sperato che accadesse. Sappiamo bene che ogni divisione è un fattore di debolezza, che siamo fisiologicamente uniti, e che i campanili ci possono pure stare, ma solo per creare folklore e simpatia.
Ma tra pensare che sia meglio fare le cose insieme e farle davvero c’era, sin qui, una distanza non di poco conto. L’associazione “Pratoveteri”, che organizza il festival, ha pensato di coprirla idealmente con 88 tasti bianchi e neri e praticamente con una
certosina tessitura, fatta di incontri, di condivisioni e soprattutto di tenacia.
E così in questa settimana speciale il Casentino si unisce non dall’alto, per decreto, ma dal basso, grazie alla musica.
È la prima volta, sì. La prima volta che più o meno tutte le pro loco della valle giocano la stessa partita, che i comuni sostengono lo stesso progetto.
La prima volta che indossiamo la stessa maglia, lo stesso orgoglio, la stessa appartenenza.
Una volta sperimentato tutto questo, potremo tornare indietro?
Domani si comincia. Domani è un giorno nuovo. È il primo passo.
Bisogna memorizzarlo bene, perché un festival è sì un evento culturale, ma è anche uno specchio di ciò che potremmo essere.
Lo abbiamo visto, negli ultimi anni: anche nella morsa degli eventi negativi, dalla crisi economica alla pandemia, si è profilato un silenzioso, crescente interesse per la nostra terra.
C’è una scorta di futuro disseminata tra i borghi, i castelli, le pievi, le foreste. Possiamo recuperarla solo mettendo insieme tutti i suoni, solo accordandoli sapientemente. “Naturalmente pianoforte” può essere quindi, la giusta premessa del nostro domani.
Sfogliamo allora con cura il dépliant della manifestazione per individuare cosa vedere tra gli oltre quaranta concerti e le decine di eventi collaterali e come vivere questa settimana piena di note, di colori, di incontri, di bellezza. Sarà un incanto, nel quale il concerto più bello non sarà uno solo, ma l’insieme di tutti i concerti.
Il concerto più bello sarà la musica della nostra terra. L’anima del Casentino.

Buon viaggio “Naturalmente pianoforte”

Foto di Carlo Gabrielli

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