Legami forti, legami deboli e capitale sociale nell’epoca dei social media

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Foto di Gerd Altmann da Pixabay

L’insieme complessivo delle risorse costituite dai nostri legami più intensi, dai nostri legami deboli e anche dalla fiducia differenziata che sappiamo di poter riporre in ognuno di questi legami, dalla reputazione che vantiamo nei nostri confronti, dalle aspettative di reciprocità e in generale di tutto quello che è prezioso e utile da mettere in campo grazie alla nostra rete di conoscenze. Si tratta di quello che in sociologia costituisce il vastissimo e articolato concetto di capitale sociale. È uno dei concetti più classici e fondamentali che ha dato origine, maggiormente durante gli ultimi 25-30 anni, a numerosi saggi e ricerche, italiani e internazionali.

Che cos’è il capitale sociale     

Il capitale sociale ha a che fare con la nostra capacità di mobilitare un insieme di risorse relazionali in vista di obiettivi precisi. Come altri tipi di capitale è una risorsa che conosce una distribuzione differenziata all’interno della struttura sociale e che in quanto tale può dare origine a varie forme di diseguaglianza o di stratificazione.

Oltre a essere analizzato come una risorsa alla quale i singoli alla quale i singoli individui possono attingere nella loro vita quotidiana e adottando una prospettiva micro-sociologica, il capitale sociale è anche studiato come prerogativa di un’intera società, che può essere a sua volta collegata o meno ad altre variabili come la partecipazione sociale o politica, i valori, la solidarietà e quant’altro. Piuttosto famosa in questo senso la tesi che vuole il capitale sociale dei paesi industrializzati avanzati, in particolare il Nord America, in forte declino nella seconda metà del Novecento, e con esso la partecipazione dei cittadini alla vita democratica delle istituzioni. Diverse sono le ragioni indicate a motivo di questo declino: l’aumento della pressione e dei ritmi lavorativi; la diffusione e l’addomesticamento dei mass media e in particolare della televisione; la trasformazione delle aree urbane e la creazione di quartieri dormitorio privi di spazi di aggregazione comunitari.

L’inversione di tendenza degli ultimi anni

Tutto questo incide negativamente sul tempo libero dedicato alle attività sociali e ricreative, sul mantenimento di reti di solidarietà, in una parola sui presupposti per l’accumulo di capitale sociale. Senza addentrarci nelle critiche rivolte a queste tesi, gli studiosi mostrano comunque un certo grado di accordo nel ritenere che a partire dal nuovo millennio la diffusione di internet si sia accompagnata a un’inversione almeno parziale di questo scenario. Semplificando possiamo ipotizzare che i social network possano in parte compensare le trasformazioni dello spazio urbano e dei ritmi di lavoro quotidiani, sostenendo in qualche modo una prospettiva di rinascita del capitale sociale.

Su questa ipotesi si stanno misurando in questi ultimi anni numerosi progetti di ricerca empirica. Per esempio, sono stati analizzati alcuni comportamenti tipici degli utenti di social network: rispondere o commentare empaticamente gli status degli amici, mostrare sistematicamente segnali di apprezzamento a foto e post, inviare messaggi di auguri, che vengono sollecitati dalla piattaforma in modo automatico, nel giorno del compleanno di un contatto-amico. Questi e altri comportamenti analoghi assumono una funzione di grooming sociale online.

Il grooming social online

Per grooming nello studio del comportamento animale si intendono le pratiche di pulizia reciproca e controllo dei parassiti, osservate in modo particolare tra i primati, che oltre a quelle igieniche svolgono anche e soprattutto fondamentali funzioni di cura e di coesione sociale. Dietro il grooming si trova il meta messaggio relazionale “sei importante e mi prendo cura di te”. Queste interazioni sembrano avere scopi di mantenimento e cura della relazione, piuttosto che di vera e propria comunicazione, e la reciprocità innescata da questi comportamenti diventa un ingrediente essenziale nello sviluppo di capitale sociale. Più in generale le piattaforme di social network, i forum, i blog e realtà come YouTube e Twitch.tv che per i giovani svolgono un ruolo fondamentale, riducono in modo evidente i costi di manutenzione delle relazioni e sono positivamente associati in particolare allo sviluppo del capitale sociale di tipo bridging ovvero prevalentemente legato ai legami deboli. Una struttura per certi versi simile a quella delle affiliazioni per il settore del gambling a cui fanno capo i casino online Italia del circuito legale.

Tutto questo può fornire alcuni elementi utili per rispondere all’intramontabile domanda: le relazioni che si sviluppano online sostituiscono o al contrario sostengono quelle offline? Si tratta di un quesito a cui in molti potrebbero contribuire dando una risposta, utile per quanto riguarda il contesto della ricerca e della sociologia della comunicazione nell’era digitale.

 

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