Lettera aperta ai sindaci dell’Unione

Ai Sindaci dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino
Oggetto: nuovo assetto dell’Unione dei Comuni – no ai prepensionamenti, sì alle stabilizzazioni.

Cari colleghi Sindaci e assessori della Giunta dell’Unione,

ritengo quanto mai opportuno farvi presente la mia ferma contrarietà ai prepensionamenti dei dipendenti in genere e di quelli dell’Unione in particolare, fatti salvi i casi di particolari documentate necessità personali e familiari. So di avere, a suo tempo, sottoscritto delibere di approvazione di 4 esuberi concordati, di cui uno dell’Unione, preliminari al prepensionamento, ma che, almeno per l’Unione, non hanno avuto ancora seguito: cambiare idea non è male, se ci si è accorti di avere sbagliato. Prima di tutto il prepensionamento non è un risparmio, ma solo lo spostamento della spesa dal datore di lavoro all’INPS, ma pagano sempre i cittadini e in cambio non c’è nessuna prestazione lavorativa.

Dal punto di vista etico mi sembra poi una grave ingiustizia far lavorare i più fino a 67 anni e regalare a qualcuno 4-5 anni: l’Unione non ci farebbe una gran figura e neanche i dipendenti. Mi risulta poi che tra i probabili prepensionati ci sono alcuni di quelli a cui ho inviato la lettera di licenziamento, in base al programma che voi avete bocciato lo scorso 31 luglio, che in questo modo sfuggirebbero ad eventuali procedimenti disciplinari; ritengo invece doveroso che siano chiarite tutte le pendenze a carico di queste persone e, se l’Unione e la Comunità Montana risulteranno danneggiate, a parte gli eventuali licenziamenti, sarà possibile recuperare i danni arrecati, cosa molto più difficile nei confronti di pensionati. Faccio presente che, se in futuro dovessero essere confermati i danni arrecati all’Ente da questi dipendenti, la Corte dei Conti potrebbe rivalersi sui Sindaci-Assessori che avevano omesso di fare i necessari accertamenti. Inoltre, con le assunzioni bloccate a tutto il 2016, la stabilizzazione dei lavoratori precari possibile per legge è spostata al 2017-2018, ma il risparmio dei posti di lavoro dei prepensionati non potrà essere riutilizzato fino alla data in cui sarebbero andati in quiescienza con la “legge Fornero” e quindi per almeno 4-5 anni, ben oltre la scadenza utile per stabilizzare i precari. No quindi ai prepensionamenti e, con le risorse già disponibili e quelle liberate dai pensionamenti ordinari, impegnamoci a stabilizzare i lavoratori precari. Ritengo poi del tutto sbagliato sostenere che la diminuzione dei dipendenti sia comunque un bene, posizione ben diversa dalla mia, chiarita più volte e tesa a licenziare i dipendenti e prima di tutto i dirigenti, che non lavorano per il bene dell’ Ente e dei cittadini e che quindi costituiscono un costo ingiustificato. E’ invece opportuno utilizzare tutte le possibilità offerte dalla legge per stabilizzare i precari, trasformare il tempo parziale (involontario) in tempo pieno e riconoscere un adeguato inquadramento economico a quei dipendenti che, in modo responsabile, sono impegnati nel servizio svolgendo funzioni ben superiori e più qualificate di quelle derivanti dal loro inquadramento contrattuale, mentre magari il dirigente si limita ad apporre una firma sul lavoro altrui. Il nuovo assetto non deve quindi comportare soltanto risparmio economico, di cui certamente beneficerebbero i Comuni, ma anche miglioramento dei servizi, stabilizzazione del personale, adeguamento delle qualifiche con riconoscimento del ruolo svolto, senza ripristinare le posizioni organizzative, ma valorizzando le singole funzioni svolte: non un regalo a pochi privilegiati, ma un beneficio distribuito ai molti che si impegnano ai vari livelli. Cari colleghi Sindaci, vi voglio anche ricordare che l’assetto dell’ Ente è un potere esclusivo della Giunta e non del Segretario, che deve solo fare proposte senza decidere nulla.

Cordiali saluti dal vostro Presidente legale Paolo Agostini

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