Lettera aperta al direttore: ci scrive un lettore indignato

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Gentile Direttore, mi permetto di fare con lei una riflessione disperata. Non sono un frequentatore dei social, ma per lavoro mi capita di usarli e altre volte cerco di misurare il tono delle riflessioni che si generano nella società lontana e vicina. A pochi km da noi ieri si è consumata una tragedia che nessuno di noi vorrebbe mai accadesse, per la brutalità e il dolore che genera e il segno che lascia in chi l’ha vissuta. Non sono solito elaborare commenti o riflessioni socio psicologiche da salotto di programmi tv. Soffro nel mio intimo. Soffro davvero nel mio silenzio. Ma non posso stare muto nel leggere commenti di personaggi pubblici, paladini dei mali del mondo, armati di una spada appuntita da giustizieri della verità rivelata, che senza vergogna per se stessi e per tutti noi, collegano il drammatico fatto di cronaca sopra descritto, a presunte colpe di politici e amministratori di ogni ordine e grado. La cosa assume toni ancor più cupi, secondo il mio modesto parere, perché tali responsabilità non vengono spiegate, sviluppate con argomenti, che io forse non condivido, ma potrei rispettare in quanto opinioni. Dal canto loro i titoli dei giornali non aiutano chi vuole fare del buon senso elemento di ragione, giungendo ad affrettate e illogiche associazioni tra causa ed effetto.

Lettera firmata

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