Lo sapevi che…
…che il Casentino è una delle aree a maggiore densità di toponomastica etrusca? I nomi di luogo derivati dagli Etruschi sono numerosissimi nella valle e si riconoscono per la terminazione in “-na”, come Sòcana, dove sorgeva infatti un tempio etrusco di cui si conservano i resti sotto e dietro la pieve romanica: un’ara che è una delle più grandi e meglio conservate dell’intera Etruria e la scalinata di accesso, visibile dalla porticina a sinistra dell’abside. Più precisamente e più comunemente la terminazione tipica dei toponimi etruscoidi è in “-ena” o “-enna”, per toponimi con accentazione piana (accento sulla penultima sillaba), come Roména, Porréna, Bucéna, Banzéna, Campréna, Taéna, Bibbièna, Poppièna, Gravénna, e in “-ina” o “ena” per toponimi sdruccioli (accento sulla terzultima), come Pàrtina, Fréggina, Ròsina, Àrcena, Àvena… e Ràssina, che in realtà è un toponimo etruschissimo anche nella prima parte. Infatti gli Etruschi erano chiamati “Etruschi” dai Romani (da cui noi abbiamo ripreso il termine) e “Tirreni” dai Greci (che conosciamo per il nome del mare che costituiva il confine occidentale dell’Etruria), ma chiamavano se stessi “Rasna” o “Rasenna”: il toponimo “Rassina” suona molto simile e si configura quindi come tipicamente limitaneo, cioè un nome di luogo posizionato su quelli che dovevano essere i confini del territorio propriamente etrusco in Casentino, la parte più vicina alla città di Arezzo, mentre la presenza etrusca nella parte settentrionale della valle era diffusa in maniera meno capillare e localizzata lungo le principali vie di comunicazione, come quella diretta verso l’Etruria padana, passante per il Lago degli Idoli.