Lo sapevi che le Buchette del Vino…
A proposito di vino, di cui abbiamo parlato la volta scorsa, lo sapevi che anche in Casentino è stata registrata la presenza diffusa di un piccolo antico manufatto storico che è in corso di valorizzazione ormai da qualche anno a Firenze? Mi riferisco alle “buchette del vino”… e fino a qualche anno fa non lo sapevo nemmeno io, e neanche sapevo che esistessero, finché l’amico Romano Brezzi del Gruppo Archeologico Casentinese non me ne ha parlato, dopo essersene appassionato ed essersi anche iscritto all’Associazione Buchette del Vino, costituitasi a Firenze nell’ottobre 2015.
Ma cosa sono queste buchette del vino? Sono delle piccole aperture (cm 20×30 circa) scolpite nella pietra (con la parte superiore ad arco e con uno sportellino in legno apribile dall’interno) che si trovano sui muri delle cantine di alcuni palazzi signorili toscani e dalle quali veniva venduto il vino a fiaschi dal produttore al consumatore; in alcuni casi la “buchetta del vino” era ricavata direttamente sul legno del portone della cantina. Era pratica tutta toscana, risalente al ‘600, legata alla legislazione granducale che prevedeva agevolazioni fiscali per questa forma estrema di vendita al dettaglio a filiera cortissima: un solo fiasco di vino per il consumo giornaliero, attinto direttamente alle botti del produttore (il signore proprietario delle vigne in campagna e della cantina in città) e venduto attraverso un’apertura proprio a misura di fiasco (e ad altezza d’uomo), che non consentiva al compratore di presentarsi con un recipiente più grande. Non si hanno notizie di pratiche simili in altre regioni, e proprio nel capoluogo toscano è nata la citata associazione culturale che si è dedicata alle “BdV”, stabilendo poi contatti con altre città e paesi per allargare l’indagine anche al resto del territorio regionale, dopo averne trovate a centinaia nel centro storico di Firenze. In Casentino Romano ne aveva individuate sette, tra Pratovecchio, Poppi e Bibbiena, che furono subito inserite nel censimento del sito ufficiale della citata associazione; nel 2016 mi rilasciò un’intervista, pubblicata online su queste pagine, da cui è stato ricavato poi anche il mio pezzo per il numero speciale della rivista “Casentino da scoprire 2” (estate 2017).
Cominciai così ad appassionarmi anch’io all’argomento e a guardarmi intorno per scoprire qualcosa di nuovo, per vedere se aperture, magari anche tamponate, nicchie con immagini religiose (“tabernacoli del vino” è uno degli svariati nomi delle buchette), sportelli e toppe varie sui portoni potessero mostrare caratteristiche compatibili con quelle previste: in questi anni qualcosa di dubbio da valutare l’ho individuato in due o tre casi, ma in realtà principalmente ho avuto modo di documentare solo un particolare riuso di uno degli esempi poppesi, dove, per il Natale 2016, era stato allestito un presepe, ambientato sul sagrato del vicino Oratorio della Madonna contro il Morbo.