Lo sapevi cosa sono le Buchette del Vino? (Rikipedia – Curiostoria del Casentino)

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Una Buchetta del Vino a Poppi

Lo sapevi che le Buchette del Vino…

A proposito di vino, di cui abbiamo parlato la volta scorsa, lo sapevi che anche in Casentino è stata registrata la presenza diffusa di un piccolo antico manufatto storico che è in corso di valorizzazione ormai da qualche anno a Firenze? Mi riferisco alle “buchette del vino”… e fino a qualche anno fa non lo sapevo nemmeno io, e neanche sapevo che esistessero, finché l’amico Romano Brezzi del Gruppo Archeologico Casentinese non me ne ha parlato, dopo essersene appassionato ed essersi anche iscritto all’Associazione Buchette del Vino, costituitasi a Firenze nell’ottobre 2015.

Ma cosa sono queste buchette del vino? Sono delle piccole aperture (cm 20×30 circa) scolpite nella pietra (con la parte superiore ad arco e con uno sportellino in legno apribile dall’interno) che si trovano sui muri delle cantine di alcuni palazzi signorili toscani e dalle quali veniva venduto il vino a fiaschi dal produttore al consumatore; in alcuni casi la “buchetta del vino” era ricavata direttamente sul legno del portone della cantina. Era pratica tutta toscana, risalente al ‘600, legata alla legislazione granducale che prevedeva agevolazioni fiscali per questa forma estrema di vendita al dettaglio a filiera cortissima: un solo fiasco di vino per il consumo giornaliero, attinto direttamente alle botti del produttore (il signore proprietario delle vigne in campagna e della cantina in città) e venduto attraverso un’apertura proprio a misura di fiasco (e ad altezza d’uomo), che non consentiva al compratore di presentarsi con un recipiente più grande. Non si hanno notizie di pratiche simili in altre regioni, e proprio nel capoluogo toscano è nata la citata associazione culturale che si è dedicata alle “BdV”, stabilendo poi contatti con altre città e paesi per allargare l’indagine anche al resto del territorio regionale, dopo averne trovate a centinaia nel centro storico di Firenze. In Casentino Romano ne aveva individuate sette, tra Pratovecchio, Poppi e Bibbiena, che furono subito inserite nel censimento del sito ufficiale della citata associazione; nel 2016 mi rilasciò un’intervista, pubblicata online su queste pagine, da cui è stato ricavato poi anche il mio pezzo per il numero speciale della rivista “Casentino da scoprire 2” (estate 2017).

Un’altra Buchetta che si può trovare a Poppi

Cominciai così ad appassionarmi anch’io all’argomento e a guardarmi intorno per scoprire qualcosa di nuovo, per vedere se aperture, magari anche tamponate, nicchie con immagini religiose (“tabernacoli del vino” è uno degli svariati nomi delle buchette), sportelli e toppe varie sui portoni potessero mostrare caratteristiche compatibili con quelle previste: in questi anni qualcosa di dubbio da valutare l’ho individuato in due o tre casi, ma in realtà principalmente ho avuto modo di documentare solo un particolare riuso di uno degli esempi poppesi, dove, per il Natale 2016, era stato allestito un presepe, ambientato sul sagrato del vicino Oratorio della Madonna contro il Morbo.

Riccardo Bargiacchi (autore dell’articolo) a Firenze con una Buchetta del Vino

 

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Riccardo Bargiacchi
Riccardo Bargiacchi, nato in Casentino nel 1978, vive a Poppi con moglie e figlio; laureatosi con lode a Firenze in Archeologia Medievale, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, discutendo una tesi sui castelli dei conti Guidi in Casentino, ha iniziato la propria attività lavorativa con le pluriennali indagini archeologiche condotte nel sito del Lago degli Idoli (Stia, AR), come componente dell’équipe della cooperativa archeologica Co.IDRA di Firenze (2003-2007). Mantenendo un rapporto di collaborazione con la Cattedra di Archeologia Medievale dell’Università di Firenze per progetti nazionali e internazionali, è socio dello spin-off accademico Laboratori Archeologici San Gallo. Attualmente per conto della cooperativa Oros, lavora presso il Museo Archeologico del Casentino di Bibbiena fin dalla sua inaugurazione ed ha collaborazioni in atto con l’Ecomuseo del Casentino ed altre realtà della valle per quanto riguarda attività storico-archeologiche e didattiche. Accanto a numerose pubblicazioni scientifiche legate alla sua attività professionale, anche in sedi prestigiose come la rivista ufficiale della materia “Archeologia Medievale” (I conti Guidi e l’incastellamento del Casentino: il caso di Poppi, A.M. n° XXXV-2008, Firenze, All’Insegna del Giglio, 2009, pp. 315-332), e comprese due monografie intitolate “Chiese e Santuari del Casentino” (2011) e “Castelli e Feudatari del Casentino” (2014), frutto del Progetto di conoscenza e valorizzazione del Fondo Goretti Miniati (a sua cura per conto della Biblioteca di Poppi e dell’Ecomuseo del Casentino), dal punto di vista letterario, oltre a sporadiche apparizioni su riviste o antologie di premi letterari, è autore di una raccolta di poesie (Tanatofilia. Poesie d’amore, Firenze, MEF - L’Autore Libri Firenze, 2010) e di un romanzo: Falterona, Stia, AGC Edizioni, 2016 (collana “CasentinoPiù” n° 01). È storico collaboratore della rivista CasentinoPiù: da luglio 2010 tiene la rubrica “Casentino medievale: storia e archeologia”.

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