Mondiale Trail di Badia Prataglia: le riflessioni di una badiana…

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Di Rossana Farini

Il Mondiale di Trail di Badia Prataglia si è concluso da pochi giorni. Non voglio fare un bilancio, che non spetta ovviamente a me, piuttosto una riflessione “interessata”, ossia fatta da chi ha a cuore le sorti di quel paese – che mi ha cresciuta – e del Casentino, come piccola valle di montagna.
Per fare quello che ho annunciato devo però fare un più modesto “elogio della follia”. Erasmo da Rotterdam nel suo celebre libro, diceva che non può considerarsi saggio colui che si fa guidare solo dalla ragione, essendo simile ad uno spettro mostruoso. Follia era, per lui era, anche la strada per la sapienza.
Immagino che molti avranno dato del “folle” a Dimitri Bonucci quando, per la prima volta, parlò di voler portare una competizione a livello mondiale a Badia Prataglia. Folli saranno stati considerati, all’inizio, anche Riccardo Acciai e Francesco Bussi i quali, sono caduti presto nella trappola dell’immaginazione fervida e leggera di Dimitri.
Oggi possiamo dire “viva la follia” e soprattutto che Erasmo da Rotterdam aveva proprio ragione: il mondo fa balzi in avanti proprio grazie alle persone che abbandonano le misure del raziocinio.
Sabato scorso a Badia Prataglia non si è solo realizzato il sogno di qualcuno (in verità tantissimi), ma si è visto e vissuto qualcosa di straordinario, ossia un paese forte e coraggioso, una manifestazione dai numeri impressionanti (38 nazioni presenti!) che ha unito il Casentino, un momento di magico splendore.
Badia Prataglia si meritava tutto questo, compreso l’abbraccio del Casentino sportivo e del volontariato attivo, presente in massa a dare una mano per l’occasione. In quella piazza, in quei sentieri, si è disputato un mondiale, certo, ma soprattutto è andato in scena un pezzo di futuro. Una visione che potrà diventare realtà perché ne abbiamo le prove e che può andare avanti partendo dal basso, ossia dalla gente che non si ferma davanti a nessun diniego.
Il mondiale di Badia Prataglia è stato vinto dai badiani che hanno fortemente creduto alla visione di un “folle”, poi da tutta quella parte della nostra valle che non ha mai creduto alla storia che siamo piccoli, che siamo finiti, che qui non c’è più spazio per i giovani, per le idee… per il futuro.
Il mondiale di trail di Badia Prataglia ci ha dimostrato, al contrario, che possiamo, ma soprattutto dobbiamo crederci.
Per fare questo c’è una sola condizione: abbandonare le nostre convinzioni negative, pensare in grande,scrivere progetti stupefacenti e muoversi, coinvolgere, parlare, ascoltare… Dimitri Bonucci ed i suoi compagni, poi diventati un intero paese, hanno fatto questo per due anni interi.
Sì, Erasmo, “le idee migliori non vengono dalla ragione, ma da una lucida, visionaria follia.”

Da sx, Dimitri Bonucci, Riccardo Acciai e Francesco Bussi

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