Non sono una “gattara”, è vero, ma amo visceralmente i gatti e vi spiego anche il perché. Lo dimostra principalmente una foto del 1955: avevo circa un anno, cominciavo appena a parlare e il gatto che tengo malamente in braccio (meglio non riuscivo), lo chiamavo Min, così come Min si chiamavano tutti i gatti che incontravo.
Ho un ricordo vago di quei tempi, se non quello che mettevo i gatti nella carrozzina giocattolo, a mo’ di bambini, e che le tendine della carrozzina erano ovviamente tutte strappate dalle unghie dei gatti che si ribellavano a tale prigionia. Poi per diverso tempo non ci sono stati altri gatti nella mia vita, almeno che io ricordi, fino a che nel Dicembre 2016 mi sono imbattuta in una deliziosa micina di circa tre mesi.
Ero in convalescenza, dopo una pesante terapia oncologica per un tumore al seno destro, quando, dal giardino, un miagolio insistente ha attirato la mia attenzione. Una deliziosa gattina tigrata, esattamente come quella della foto del 1955, affamata, chiedeva aiuto, cibo. Erano i primi di Dicembre del 2016, a Lierna, dove in quel periodo abitavo.Subito la accolgo, la nutro, la colloco in una cestina con tanto di copertina e la porto in casa, nonostante Claudio, mio marito, fosse contrario. Si preoccupava infatti del mio stato di salute, con le difese immunitarie abbassate a causa della chemioterapia. Per me era un segnale, qualcosa che non so descrivere. E così, dopo un’accurata visita da parte della veterinaria, Dottoressa Maruska Fossi, Mii, questo il nome della gattina, entra a far parte della nostra famiglia. Dopo un periodo di adattamento alla nuova collocazione, Mii si è impossessata della casa: in piena notte dalla sua cestina dei giochi, prendeva un bastoncino di legno, con un campanellino attaccato in cima. Correva su per le scale, facendo suonare il campanellino e ovviamente svegliandoci, balzava sul letto e pretendeva di giocare. Poi, stanca, si addormentava con noi nel letto o, per essere più precisi, si appollaiava sulla mia spalla destra, proprio quella che corrispondeva all’asportazione del seno e dove una recidiva aveva intaccato i miei linfonodi.
E così è stato per oltre due anni, fino a quando un giorno, uscita la Mii come suo solito in giardino, non è più tornata. Era il 1°Aprile 2018, il giorno di Pasqua. Quello stesso giorno si aggirava nei pressi di Lierna un lupo, ma non oso pensare che sia finita sotto le sue grinfie. Mi piace invece pensarla in qualche casa, dove forse una persona malata aveva bisogno della sua assistenza.
Ovviamente abbiamo subito cercato un altro gatto o gattina e ci siamo rivolti alla Carla Giovani, ma in quel periodo non c’erano cucciolate disponibili. Ma Carla, con la sua lungimiranza e soprattutto con la sua conoscenza del mondo felino, ha individuato una gattina in una delle sue colonie di circa 6/7 mesi, docile e affettuosa. Ed ecco che la Biribiri entra in casa nostra. Dapprima timorosa, poco alla volta prende possesso della casa e così, esattamente come aveva fatto la Mii, sale sul letto e… si appollaia sulla mia spalla destra. È un caso? Non credo. Tuttora la Biribiri vive con noi e per vicende varie è in compagnia di altre due deliziose gatte: la Gnagnà e Scimmi, detta anche Tempestina ( e questo la dice lunga). Altri 3 gatti vivono in giardino, nelle loro capanne, accuditi amorevolmente ma decisamente refrattari alla casa.
Da qualche tempo altri due randagi si aggirano nei pressi: li abbiamo catturati e fatti sterilizzare, grazie soprattutto al concreto aiuto di Ilaria del Viridi Domus, altra associazione che si occupa di randagi e gattini abbandonati.
Sorge subito, direi da arrabbiata, una domanda: per quale motivo molti proprietari di gatti si rifiutano di sterilizzarli, anzi preferiscono abbandonare se non uccidere le cucciolate, in maniera davvero orribile, gettandoli nei cassonetti o affogandoli o altro ancora che non oso pensare?
Se non ci fossero persone come la Carla Giovani, o Ilaria o altre ancora, tante, ma non sufficienti, associazioni varie, ENPA, LO SCUDO DI PAN e tante altre ancora che non conosco, cosa ne sarebbe di queste piccole indifese bestiole?
Chiedo, quindi, ad alta voce, un aiuto concreto da parte delle amministrazioni comunali, per non demandare il tutto ai pochi, privati o associazioni varie, cominciando ad esempio con una campagna divulgativa per la sterilizzazione. Fare capire che la sterilizzazione è solo un bene per i gatti, perché, oltre ad evitare moltiplicazioni incontrollate, si evita la diffusione di malattie anche mortali o invalidanti, malattie che per lo più si trasmettono con i rapporti per l’accoppiamento.
Domenica 7 Luglio c’ero anch’io all’inaugurazione di ZAMPA MICIO. Tanta gente, tanti sostenitore, persone che amano il mondo felino e il contributo di ciascuno, importante ma mai sufficiente, è una goccia in mezzo al mare, ma come si dice, “tanti pochi fanno assai”.
Questo rifugio felino, (diciamo al momento una prima accoglienza per gatti che hanno subito qualche trauma), è stato possibile grazie all’inesauribile forza di volontà di Carla che ringrazia il comune di Bibbiena per il concreto appoggio e per l’opera di sensibilizzazione. Non dimentichiamoci di Carla che da oltre 25 anni si occupa di molte colonie qui in Casentino, così come delle tante altre volontarie sparse sul territorio. Ho ricevuto tanto aiuto da queste persone, ma ora il mio amore per i gatti non è più in grado di accoglierne altri. Vi prego, non abbandonateli perché dovete spendere qualche soldino per sterilizzarli, piuttosto, chiedete aiuto. Non abbandonateli perché hanno subìto un incidente e sono ciechi o zoppi, (come una gattina che per fortuna è stata amorevolmente accolta da altre persone, anche se irrimediabilmente menomata). Non affogate le cucciolate. Non prendete un gatto per la voglia di un momento e poi lo abbandonate perché vi sciupa il divano! Pensateci prima! Non sono giocattoli e soprattutto non vi rendete quanto amore un gatto può darvi, quanto può riempirvi la vita, quanto gli appartenete. Perché siete voi ad appartenere ai gatti, non i gatti a voi!
Noi umani siamo solo più forti fisicamente e spesso ci piace dimostrare la nostra possanza verso essere più deboli.
Con questo vi porgono gli amorevoli saluti la Biribiri, la Gnagnà, la Scimmy Tempestina, la Trilli Cicciona Grassona, la Sissy Zoppina, Romeo giardiniere ammazzatopi e altro che infesti il giardino, Bigio Certosino Randagio e infine Rossino Randagino; ringraziano la Carla, per avere insegnato e guidato noi umani a come comportarci con loro, perché anche un piccolo consiglio può aiutare ad avvicinarci in maniera corretta al fantastico mondo felino.