Ieri abbiamo festeggiato il 25 aprile, festa della liberazione dall’occupazione nazifascista, che è e deve essere una data netta, così come i suoi successivi anniversari: non può essere soggetta a riscritture o interpretazioni, è come si dice “scolpita nella pietra”. Ed è proprio questa la forza della storia e di seguito della memoria, che è qualcosa in più di ricordare ciò che è stato: fissare nell’umanità l’idea che genera cultura, conoscenza e alimenta la riflessione.
Riflessione che, fuori da ogni retorica, deve essere costante, per comprendere che l’assetto della nostra democrazia può venire stravolto nelle sue fondamenta pur se, all’apparenza, ne vengono rispettate le forme.
Per questo motivo la Liberazione è la festa di chiunque ha partecipato a costruire il 25 aprile e di chiunque continua, 80 anni dopo, a costruirlo ogni anno, è la festa di chi resiste, di chi reagisce di fronte alle ingiustizie e di chiunque sceglie di parteggiare senza essere indifferente.
Il 25 aprile però ha alimentato e sta alimentando sempre di più una serie di processi di riscrittura della storia, di minimizzazione della data, facendo finta che essa sia una come tante altre, e di generalizzazione dell’evento della liberazione come fosse da ogni sorta di occupazione, in sostanza per permettersi di non prendere posizione per mancanza di coraggio nel dirsi “antifascisti”. Lo stesso atteggiamento poi dei tanti che hanno in armadio una giacca per ogni occasione, una maschera al bisogno. Uno fra tanti il nostro sindaco Filippo Vagnoli che, insieme al suo Consiglio Comunale, ha negato la cittadinanza onoraria alla sig.ra Liliana Segre, in ossequio alle Amministrazioni comunali di destra.
Costruire davvero il 25 aprile ogni anno significa prendere posizione, scegliere da che parte stare, affermare con forza che crediamo in un’Italia antifascista, un’Italia che non è nata libera, ma liberata, proprio da quella Costituzione nata all’alba di quell’aprile 1945 ed anche quella antifascista.
Viva l’italia del popolo resistente, noi abbiamo sempre saputo da che parte stare.