Il nuovo allestimento della rotonda di Campaldino verrà inaugurato domenica prossima: l’11 giugno. Data non scelta a caso visto che la celebre battaglia che ricorda è stata combattuta proprio l’11 giugno di 728 anni fa: nel 1289. Una sanguinosa battaglia in cui si scontrarono le truppe dei Guelfi fiorentini e quelle dei Ghibellini aretini e alla quale, come è noto, partecipò anche Dante Alighieri tra le file dei fiorentini. L’allestimento della rotatoria della Piana di Campaldino, ideato e fortemente voluto dal sindaco di Poppi Carlo Toni (eseguito poi in collaborazione con l’arch. Ruggero Raggi), è ispirato alla memoria di quella battaglia, ma ha una simbologia tutta particolare e non affatto banale che il sindaco ci ha spiegato. “Innanzi tutto”, sottolinea Toni, “non abbiamo voluto celebrare una battaglia, le guerre non si celebrano, ma, attraverso il ricordo di un fatto storico di notevole importanza, abbiamo voluto inviare un messaggio di pace”. Le tre bandiere sugli alti pennoni sono quelle dei Guelfi, dei Ghibellini e un antico vessillo poppese, le figure in ferro rappresentano i guerrieri dell’epoca e sono state realizzate dalla Laife di Ponte a Poppi tramite pantografo e assemblate dal fabbro Giampaolo Manni. Si tratta di sei figure (due a cavallo) realizzate con dei pannelli di ferro accostati a sandwich per dare profondità alle sagome e resistere meglio al vento. Anche la scelta del ferro, ci spiega il sindaco, non è casuale. Il ferro, infatti, oltre ad essere un materiale molto resistente era anche il materiale più usato all’epoca. Le rose rosse poste intorno al masso al centro della rotonda simboleggiano il sangue che lì fu versato. Il masso, invece, è un grosso sasso di fiume che, oltre a richiamare il vicino Archiano (dove fu trascinata la salma di Bonconte da Montefeltro – condottiero ghibellino) rappresenta anche il vero messaggio di tutto l’allestimento. Nel grande sasso, infatti, sono inserite tre spade. Tre lame cementate che non si possono più togliere. Una sorta di deposizione dell’ascia di guerra a futura memoria. Benché, infatti, si ricordi una battaglia, il monito, ci dice Toni, è che le guerre non piacciono più a nessuno. A proposito delle sagome in ferro, infatti, Toni ci rivela anche una piccola curiosità: una di queste figure, la più piccola, rappresenta un guerriero dell’epoca a sedere che si è tolto l’elmo. Anche questo elemento è stato voluto da Toni a significare come, anche i soldati stessi, fossero stanchi di quella battaglia e della guerra in genere. Per ribadire quel messaggio di pace, moderno, che è al centro di tutto l’allestimento. La cerimonia di inaugurazione si svolgerà domenica 11 giugno a partire dalle 10:30 e, oltre ai saluti del sindaco Carlo Toni, vedrà anche la partecipazione di autorità dei comuni di Arezzo e Firenze. Nell’occasione, inoltre, verrà deposta una corona di fiori in memoria dei caduti della battaglia.