Primo maggio, festa del lavoratore: un omaggio a Marcellino Lettig (l’arrotino)

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Primo maggio, festa del lavoratore

Omaggio a Marcellino Lettig, l’ineguagliabile Arrotino!

Quindici anni di buona conoscenza e cortesia non sono pochi. Con Marcellino Lettig, per tutti preferibilmente chiamato l’Arrotino, c’è stato un buonissimo rapporto di vicinato e scambiare quattro chiacchiere con lui rappresentava andare sempre alla scoperta di qualcosa di nuovo e affascinante.

Certo, la sua vita non è stata poco dura, perché con la sua bicicletta attrezzata si portava in tantissimi paesi ad offrire la sua mano d’opera, macinando chilometri su chilometri ed invitando le signore a fargli arrotare coltelli, forbici e vari attrezzi utili a qualche specifico lavoro.

Il suo “bercio” si faceva sentire da ogni dove e pedalando “sfornava” la maestria del suo lavoro, d’Arrotino per l’appunto. Spesso in cambio del suo “fare” e soprattutto nei tempi passati quando ancora vigeva “il baratto”, Marcellino arrotava lame in cambio di un pasto, di un bicchiere di vino e di un fienile dove riposare qualche ora per poter riprendere il cammino all’indomani mattina, sempre alla ricerca di qualche lama da far luccicare.

Ma questo meraviglioso personaggio che ormai da circa un paio d’anni ci ha lasciati, oltre alla sua arte ha donato a tutti coloro che lo hanno conosciuto ciò che lui era, e Marcellino era davvero un uomo meraviglioso e gentile, di quelli che se t’incontrava ti faceva sempre una sorta d’inchino, e il suo sguardo chiaro e intelligente, estremamente carico di memoria, non era per nulla avaro, anzi quel che sapeva te lo restituiva sempre molto volentieri.

Dopo che se ne è andato a pedalare chissà dove, ci faceva un enorme tristezza non poterlo ricordare in qualche modo, per cui ci siamo inventati una piccola grande cosa che dimorerà proprio in fondo a quella strada che tante volte lo ha guardato allontanarsi con la sua bicicletta, in fondo glielo dovevamo perché un uomo così, un così pittoresco personaggio non può mai andarsene definitivamente.

E allora quando vi troverete a passare per via Trento, proprio per quella strada che “guarda” la stazione di Ponte a Poppi, osservate la piccola aiuola che la imbellisce un poco, perché da oggi oltre ad una bella pianta di rose vi spiccherà anche il ricordo di un uomo straordinario, ovvero Marcellino Lettig, l’Arrotino!


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Marina Martinelli
Marina Martinelli nasce nel 1964 e “arranca” tutta la vita alla ricerca della serenità, quel qualcosa che le è stata preclusa molto spesso. La scrittura è per lei una sorta di “stanza” dove si rinchiude volentieri immergendosi in mondi sconosciuti e talvolta leggiadri. Lavora come parrucchiera a Poppi e gestisce il suo salone con una socia. E' madre di due figli che sono per lei il nettare della vita e scrive, scrive ormai da molti anni anche per un Magazine tutto casentinese che si chiama “Casentino Più”. È riuscita a diventare giornalista pubblicista grazie proprio al giornale per cui scrive e questo ha rappresentato per lei un grande traguardo. Al suo attivo ha ben sette libri che sono: “Le brevi novelle della Marina", “L’uomo alla finestra”, “Occhi cattivi”, “Respira la felicità”, “Un filo di perle”, “La sacralità del velo”, “Le mie guerriere, quel bastardo di tumore al seno”. Attualmente sta portando avanti ben due romanzi ed è felice! È sposata con Claudio, uomo dall’eterna pazienza.

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