Quale il futuro della vallata casentinese, anche alla luce degli effetti della pandemia mondiale che il territorio sta scontando in termini economici, sociali e turistici.
‘Il territorio casentinese – afferma Marcello Bernardini Presidente CNA Casentino – è una realtà montana che sta scontando gli effetti di una crisi cominciata nel lontano 2008, aggravata dalla pandemia che ha fatto riemergere in tutta la sua drammaticità le difficoltà economiche con realtà artigianali e non solo che stanno via via scomparendo’.
Dai dati forniti dalla Camera di Commercio emerge che in Casentino si concentra poco più del 10% delle imprese artigiane della provincia di Arezzo, 987 su 9.734 (al 31.12.2020). Un dato già in flessione negli ultimi anni (erano 1.055, 68 in più a fine 2017), quelli a crescita economica zero. Flessione che si registra anche sul totale delle imprese che operano nella vallata: erano 3.418 a fine 2017, sono 3.330 al 31 dicembre 2020, quasi il 9% del totale (37.139).
Quadro certamente non edificante che ha costretto gli imprenditori a trasferire la propria attività altrove ed intere famiglie ad abbandonare il territorio per avere nuove occasioni di lavoro.
‘Specialmente nel settore artigianale – prosegue Bernardini – numerose saranno le attività, aperte con fatica e sacrifici dai nostri genitori, destinate a chiudere anche per una mancanza di ricambio generazionale.
Quale giovane, ammesso che decida di rimanere in Casentino – si chiede Bernardini – avrà il coraggio di intraprendere l’attività imprenditoriale viste le difficoltà di accesso al credito per non parlare poi degli innumerevoli adempimenti burocratici? Ci auguriamo che chi amministra il nostro territorio, con cui abbiamo da sempre ottimi rapporti di collaborazione, possa intraprendere tutte quelle iniziative di supporto per chi decide di aprire un’attività in proprio’.
In questa direzione si sono già mossi i comuni con meno di 3.000 abitanti attraverso un aiuto rappresentato dai fondi di sostegno messi a disposizione per il triennio 2020-2022. Sono già operativi i comuni di Castel San Niccolò, Chitignano, Chiusi della Verna, Ortignano Raggiolo e Talla, mentre è di prossima uscita quello del comune di Montemignaio. Stesse risorse ci auguriamo vengano destinate ai comuni più grandi come Bibbiena e Pratovecchio Stia che già nel 2020 avevano destinato aiuti concreti alle attività del territorio.
‘Gli aiuti si rivolgono alle imprese del settore artigianale e commerciale che hanno subito nel 2020 un calo del fatturato a causa della pandemia o che hanno intenzione di investire nell’acquisto di nuove attrezzature, macchinari e tecnologie di digitalizzazione di marketing online e vendita a distanza. I nostri uffici sono già operativi per assistere le aziende nelle richieste di contributo.
Un altro aiuto importante è rappresentato dal Superbonus 110% per gli interventi di efficientamento energetico degli edifici e per gli interventi antisismici. E’ l’occasione che ci vuole per far ripartire la filiera del settore costruzioni, da sempre asse trainante dell’economia di vallata.
Ci auguriamo che la misura venga prorogata oltre il 2022 e magari che vengano previsti tali interventi anche per gli immobili destinati alle attività produttive. Certamente vanno snellite le procedure per evitare che la burocrazia blocchi tutto’.
E’ bene ricordare che anche il decreto semplificazione del Luglio 2020 potrebbe dare un aiuto concreto per il rilancio dell’economia di vallata. Siamo infatti in attesa delle linee guida della Regione Toscana che oltre a semplificare le procedure ci auguriamo possano prevedere l’adozione del criterio del 50% riservato nelle procedure negoziate alle imprese del territorio così da dare un forte supporto alle aziende locali, che hanno subito forti contraccolpi a causa dell’emergenza Covid, e quindi all’occupazione sul territorio, nel rispetto pieno del principio della concorrenza.
Il settore edilizio presenta, anche, difficoltà sia per il reperimento materie prime che costringe le aziende a rivolgersi fuori provincia con conseguente aumento dei costi delle stesse, sia problemi legati allo smaltimento dei rifiuti/detriti di cantiere che prima di essere conferiti in appositi siti devono essere fatti analizzare e rientrare in determinati parametri.
Il problema dei costi investe anche un altro settore molto fiorente in Casentino come il settore boschivo. Una recente normativa stabilisce infatti che per il taglio boschivo sopra i 700 metri sarà necessaria anche l’autorizzazione da parte della Sovraintendenza, determinando così ulteriori oneri burocratici ed economici per le aziende e di conseguenza tempi di attesa più lunghi per le relative lavorazioni.
‘Ci auguriamo, come Associazione, che gli enti interessati possano apportare i correttivi necessari per modificare la normativa salvaguardando le aziende di un settore storico della nostra vallata’.
‘Per quanto riguarda la rete viaria, da sempre cruccio della nostra vallata, – conclude Bernardini – auspichiamo che vengano completati quanto prima tutti quegli interventi, vedi variante di Santa Mama, in modo da rendere più scorrevole la circolazione tra la vallata casentinese e il capoluogo di provincia’.
C. stampa