Martedì 28 aprile, a Ponte a Poppi si è timidamente riaffacciato il mercato. Sia chiaro, c’erano soltanto i banchi alimentari e ben distanziati fra loro, per non creare capannelli di gente.
Mi ero prefissata di andare a farmene una iniezione di fiducia e di speranza, ma problematiche familiari non me l’hanno permesso, per cui ho cercato sui social per verificare se qualcuno ne avesse fatta menzione.
Su facebook ho trovato il post di una donna di Poppi che per l’appunto c’era andata, e mi ha colpito molto ciò che umanamente aveva colto. Edi, una signora stiana di nascita, ma che da ormai trentatré anni vive con le figlie nel comune di Poppi, mi presta le sue parole per raccontare ciò che ha visto, e non soltanto con gli occhi.
Si è trattato di un mercato alquanto insolito, con tanto di transenne, ma non per delimitare la zona alle auto, bensì alle persone. Accesso entrata ed uscita e code ai banchi con distanziamento dettato dalla sicurezza per questo periodo Covid 19.
Anche la sorveglianza era speciale perché fornita da carabinieri in pensione. La pioggia che avrebbe dovuto rendere tutto più grigio, ma che non c’è riuscita, perché comunque è stato bello vedere i (purtroppo pochi) commercianti lavorare carichi di energia e cortesia e sentire le loro voci sopra a quelle della gente che formavano come un brusio.
Le persone, erano tutte imbavagliate, alcuni fin sopra agli occhi, da non riuscire a trovare le monete dentro ai borsellini, mentre qualche tipo un po’ più sportivo l’aveva calata sotto al naso. Ce ne erano di tutti i colori.
Ho potuto notare le chiome dei signori ai banchini, lunghine, tipo figli dei fiori e signore con tinte ormai zebrate. Sembrava di essere tornati un po’ indietro nel tempo, e forse non farebbe male fare un passo un tantino a ritroso.
Vi hai trovato compostezza?
Oh sì, la gente era molto composta, composta e ordinata direi!
Speri che questo mercato, anche se ancora fatto di pochi prodotti, possa continuare nell’attesa che arrivino tutti gli altri?
Assolutamente sì, perché questo è un vero e proprio segno di ripresa. Per conto mio ce n’era davvero bisogno!
Credo che nelle parole di Edi ci possiamo incontrare tante sensazioni, tante emozioni, ma soprattutto le sue sono parole che ci danno speranza, anche se non ha notato nessun abbraccio e nessuna pacca sulla spalla!
Grazie Edi