Quarantenando: “Una vera e propria piaga” perché c’è anche chi non riapre

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Marika Ricci non è una donna casentinese, lei è nata e cresciuta ad Arezzo dove vive tutt’oggi col marito e il figlio sedicenne.  Prenderò comunque la sua testimonianza perché purtroppo la “piaga” della non riapertura, riguarda tanta, troppa gente anche della nostra vallata.

Non amo riportare interviste con domanda e risposta, talvolta però devo farlo, per usare, ed essere fedele il più possibile alle parole che mi vengano date come risposta.

Di che cosa ti occupavi esattamente Marika? Quale voleva essere l’intento primario della tua palestra?

Si trattava di un centro yoga, Hatha yoga o yoga dinamico, stavo peraltro ampliando con la riflessologia plantare e la naturopatia, un insieme di attività per la cura della persona, non soltanto nel corpo ma di tutto il suo insieme. Il centro cominciava a prendere una buona piega

E’ un vero peccato la tua non riapertura. Si tratta di una scelta forzata?

La mia non riapertura è dovuta a più motivi, il primo di tutti dai numeri, o conti che non tornano. Purtroppo per adempiere a tutti i protocolli previsti dalle normative in modo corretto per questa emergenza, le uscite in denaro sono tante e gli ingressi delle persone devono essere più che dimezzati per il problema delle distanze, per cui non possiamo fare affidamento sull’affluenza, e quindi, anche se tutte le persone che possono entrare ritornassero, con i distanziamenti da applicare, sarebbero davvero poche e non riuscirei a sopperire ai costi dell’adeguamento. Ci sono troppe spese fisse per poterlo fare.

Che cosa ti saresti aspettata dal nostro governo?

Dal nostro governo mi sarei aspettata dei fatti. Puntualmente le parole potevano sembrare coerenti con le problematiche, ma i fatti purtroppo no. Sono una dei tanti che ha ricevuto i 600 euro nei primi di maggio e io di euro ne pagavo 520 di affitto, mi sembra chiaro che i conti non potevano tornare. Secondo me questo governo avrebbe dovuto affrontare il problema alla radice e non alla base.

Adesso che hai dovuto chiudere quel qualcosa in cui credevi, come pensi di reinventarti?

All’inizio ho avuto momenti di sconforto e di rabbia, tanta rabbia, poi però ho pensato che mi resta il bagaglio di ciò che ho studiato, di ciò che ho imparato. Cercherò di appoggiarmi a qualcosa che abbia le “spalle più grandi” tipo palestre, centri per il benessere della persona, insomma cerco di ricominciare da capo con la riflessologia in centri massaggio, oppure in erboristerie per apportarvi la naturopatia.

Non hai trovato nessuna soluzione? Nessuna mano tesa?

Inizialmente sembrava che il proprietario del mio locale rinunciasse all’affitto e io ho visto uno spiraglio di luce, poi invece con le riaperture del diciotto di maggio ha cambiato idea e ha ripreteso l’affitto. D’altra parte il governo prevede un credito d’imposta sugli affitti pagati del 60 per cento, che però rientreranno a luglio agosto del 2021, perciò io ancora sto cercando tre mensilità di affitto arretrato. Gli aiuti purtroppo non sono immediati mentre i pagamenti lo sono eccome. La mano tesa dovrebbe venire dallo Stato stesso che dovrebbe avere una visione più ampia, più concreta, e non dai privati.

Sei una giovane donna e nonostante l’aspra delusione penso che porterai il tuo sapere verso altri lidi. Lo pensi anche tu?

All’inizio non è stato facile da un punto di vista emotivo, però come ho già detto, il mio bagaglio di esperienza non potrà togliermelo nessuno, perciò con un pizzico di speranza, cercherò di guardare avanti, magari chissà, chiuderò oggi per riaprire domani!

Come ti senti moralmente?

Alti e bassi, ci sono momenti in cui la delusione mi assale, e altri in cui cerco di concentrarmi a trovare una soluzione, e questo si chiama guardare avanti.

Marika mi risponde con il fiato corto, è chiaro che si senta privata di un qualcosa che le aveva dato speranza, soddisfazione, quel qualcosa per cui aveva fatto corsi su corsi arricchendosi come donna e come insegnante di yoga. Ma come lei dice, questo “malloppo” di esperienza nessuno potrà mai toglierglielo, e io sono sicura che presto, molto presto sentiremo ancora parlare di lei!

Grazie Marika

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Marina Martinelli
Marina Martinelli nasce nel 1964 e “arranca” tutta la vita alla ricerca della serenità, quel qualcosa che le è stata preclusa molto spesso. La scrittura è per lei una sorta di “stanza” dove si rinchiude volentieri immergendosi in mondi sconosciuti e talvolta leggiadri. Lavora come parrucchiera a Poppi e gestisce il suo salone con una socia. E' madre di due figli che sono per lei il nettare della vita e scrive, scrive ormai da molti anni anche per un Magazine tutto casentinese che si chiama “Casentino Più”. È riuscita a diventare giornalista pubblicista grazie proprio al giornale per cui scrive e questo ha rappresentato per lei un grande traguardo. Al suo attivo ha ben sette libri che sono: “Le brevi novelle della Marina", “L’uomo alla finestra”, “Occhi cattivi”, “Respira la felicità”, “Un filo di perle”, “La sacralità del velo”, “Le mie guerriere, quel bastardo di tumore al seno”. Attualmente sta portando avanti ben due romanzi ed è felice! È sposata con Claudio, uomo dall’eterna pazienza.

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