Ventinove escursionisti in pellegrinaggio sulla Via di Francesco in Toscana sono arrivati nel borgo casentinese. La Brigata di Raggiolo ha accompagnato i camminatori alla scoperta delle bellezze e delle tradizioni del luogo
RAGGIOLO (AR) – In pellegrinaggio sui sentieri francescani, con passaggio da Raggiolo. Il borgo casentinese è stato inserito nella rete dei percorsi della Via di Francesco in Toscana e, per la prima volta, è stato tappa di un numeroso gruppo di escursionisti che sono stati accompagnati dai volontari della Brigata di Raggiolo alla scoperta delle bellezze e delle tradizioni del luogo. L’esperienza è stata vissuta da ventinove camminatori di diverse età dell’associazione GEO di Le Sieci di Firenze che, nel loro tragitto dall’abbazia di Vallombrosa alla Valtiberina, hanno scelto di vivere una sosta in uno dei “borghi più belli d’Italia”.
L’itinerario ha attraversato alcuni dei luoghi maggiormente identificativi del territorio, passando prima dalla croce del Pratomagno, poi toccando il cippo di San Michele Arcangelo a Pozza Nera lungo il crinale e infine arrivando nel cuore di Raggiolo. L’accoglienza è stata arricchita da un aperitivo nel borgo, da una visita guidata tra i luoghi di maggior interesse e dal pernottamento in alcune strutture locali, poi il gruppo è ripartito in direzione La Verna dopo aver apposto il timbro della Brigata di Raggiolo sulla “credenziale” che certifica i luoghi attraversati da ogni pellegrino. «Il borgo di Raggiolo ha accolto il gruppo GEO in un clima di festa – spiega Franco Franceschini, presidente della Brigata di Raggiolo. – La Via di Francesco in Toscana è una rete di percorsi che accompagna i camminatori alla scoperta dei posti legati alla vita del santo d’Assisi e dei luoghi francescani, ed è stata recentemente arricchita da una variante che passa anche dal territorio di Raggiolo. Un gruppo di pellegrini in cammino su questi sentieri ha fatto tappa per la prima volta in assoluto nel nostro borgo e, di conseguenza, ci siamo mobilitati per offrire la miglior accoglienza possibile, facendo affidamento su una cornice naturale e paesaggistica di rara bellezza in virtù dei colori dell’autunno dei boschi alle pendici del Pratomagno».