Selvicoltura, tolto il “doppio vincolo” paesaggistico. Bronchi: “Meno burocrazia per le nostre aziende”

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Lo scorso 27 settembre, con l’approvazione dell’emendamento al “Decreto Asset” è stato superato il problema del “doppio vincolo” paesaggistico, che negli ultimi anni aveva creato numerosi aggravi burocratici alla gestione forestale.

Daniele Bronchi, Assessore all’Ambiente del Comune commenta: “Una bella notizia che abbiamo accolto con grande favore visto che già da tempo, come amministrazione, avevamo tolto gli oneri legati all’istruttoria per la paesaggistica, proprio per andare incontro alle esigenze delle imprese forestali locali che con la legge vigente prima del 27 settembre, si trovavano a dover combattere, letteralmente, con burocrazia e spese importanti che rischiavano di metterne a rischio la sopravvivenza. Siamo felici sicuramente per l’emendamento, ma anche di aver saputo interpretare i tempi, sgravando le nostre aziende di questi oneri molto prima dell’arrivo di questo nuovo corso”.

Con l’approvazione dell’emendamento dello scorso 27 settembre, in sostanza, si apporta una piccola modifica normativa al Codice dei beni culturali e del paesaggio si esplicita chiaramente che le deroghe, che fino ad oggi valevano soltanto per i boschi vincolati, verranno estese anche ai boschi vincolati dall’articolo 136, ovvero quelli ubicati nelle aree considerate di “notevole interesse pubblico” e definite da decreti ministeriali specifici, le famose foreste sottoposte a “doppio vincolo” paesaggistico.

Sostanzialmente, le pratiche selvicolturali saranno considerate “tagli colturali” ai sensi di entrambi i vincoli paesaggistici (articolo 142 e articolo 136) e pertanto non necessiteranno più di alcuna autorizzazione paesaggistica; questo, ovviamente, purché gli interventi selvicolturali siano coerenti con tutte le normative vigenti e fatte salve eventuali previsioni dei piani paesaggistici vigenti.

Bronchi conclude: “Come avevo detto quando avevamo deciso di togliere gli oneri per le imprese che operavano nel comune di Bibbiena, abbiamo il dovere di sostenere le aziende forestali, che sono la nostra tradizione, che agiscono sempre nel rispetto della legge e danno un lavoro a molte persone del territorio. E’ casentinese il primo codice forestale della storia. Questo significa che ciò che abbiamo oggi è frutto di un’azione umana che abbiamo saputo ben calibrare e che oggi è già ampliamente normata. Chi vive in montagna sa cosa significa tutela, perché quello che altri chiamano paesaggio punto e basta, noi lo chiamiamo vita”.

Nel territorio comunale di Bibbiena operano circa 30 azienda forestali.

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