La musica è tenacia, determinazione, voglia di riscatto, di rinascita; dopo questo lungo periodo, che l’ha vista assente, silenziosa nelle piazze e nei teatri. La musica desidera emozionare, creare rapporti, abbattere le distanze e parlare direttamente ai cuori delle persone, vuole essere fisicamente presente e rinascere, insieme alle anime indolenzite, come una fenice.
La storia che vi presento è quella di quattro musicisti che hanno deciso di raccontarsi attraverso le parole, sperando, però, di tornare al più presto a parlare tramite la loro musica. Si tratta di musica “Klezmer”ovvero musica popolare ebraica: un genere che vive di realtà, di emozioni e persone fisiche; che crea legami attraverso canti e danze che narrano le storie di un popolo ma, sotto sotto, anche quelle di tutta l’umanità.
Shalom Klezmer (Wolfgang Fasser, Marna Fumarola, Michela Munari, Serena Mantini)
Shalom Klezmer nasce nel 1999. Inizialmente era un duetto composto Wolfang al sassofono e Marna al violino, nel tempo, poi, vari strumenti si sono aggiunti o hanno lasciato il gruppo. Con Serena al pianoforte e Michela al violoncello, il gruppo è diventato un quartetto. Così è iniziata la storia dello Shalom Klezmer. Proprio come anticipa il nome, proponiamo musica Klezmer, ovvero musica ebraica tipica dell’est Europa ma con influenze da tutto il mondo dal momento che, narrando la storia del suo popolo senza nazione, ne riprende le varietà. Questa molteplicità di scale e suoni si accompagna sempre a un tema preciso, ci sono, infatti, brani adatti a feste ebraiche come la pasqua, altri adatti a matrimoni o alle feste popolari e altri ancora, a funerali. I temi vanno dalla storia del popolo ebraico, al rapporto di questa con Dio fino alla spiritualità intima dell’uomo.
Il Klezmer è un genere popolare che ha lo scopo, quindi, di unire le persone: ci sono canzoni cantate o ballate che permettono, anche a noi musicisti, di avere un contatto diretto, una relazione con il pubblico. È questo che ci piace della musica Klezmer: lo spirito di comunità e di amicizia che si viene a creare tra persone sconosciute che , però, sono legate dalla conoscenza di questi testi, dalla cultura oppure dalla semplice voglia di stare insieme e conoscere. È musica che viene dalla vita e quindi ci sono racconti di tutti i tipi: allegri, tragici, commuoventi…
Il suo messaggio immediato, emotivo e unificante la rende apprezzata da moltissime persone. Anche le tonalità che utilizza sono capaci di creare coinvolgimento. Proprio per questo motivo noi la definiamo: musica dal cuore per il cuore.
Le nostre esperienze, come gruppo, sono sempre state fortemente legate a quello che è la musica Klezmer. Abbiamo partecipato a festival musicali dove abbiamo suonato a stretto contatto con il pubblico oppure a delle conferenze in cui si parlava proprio di pace e di comunità. Abbiamo poi lavorato in Austria, Germania e Svizzera: proprio qui, abbiamo avuto l’onore di suonare alla sinagoga di Zurigo su invito del rabbino. Abbiamo anche suonato per matrimoni, cerimonie o eventi religiosi presso l’eremo di Camaldoli e il santuario della Verna.
Da ormai più di dieci anni partecipiamo e organizziamo cene al buio: il buio amplifica, raddoppia la percezione dei suoni, e per questo regala esperienze sensoriali estremamente emozionanti. Per noi musiciste (dal momento che Wolfgang è non vedente) è stato molto difficile imparare a suonare e ad ascoltarci senza vedere nulla: una bella sfida che alla fine ci ha unito ancora di più. Tutte queste esperienze ci hanno permesso di provare molte emozioni, di conoscere tante persone diverse e di creare con loro un respiro comune, attraverso la musica. Le prove difficili, i viaggi e le storie che abbiamo ascoltato hanno contribuito a rafforzare il nostro gruppo e il nostro legame umano. Siamo infinitamente grati per quello che la musica ci ha regalato.
Attraverso la musica Klezmer abbiamo avuto la preziosissima occasione di comprendere che cosa significa fare musica, abbiamo percepito chiaramente quello che trasmettevamo al pubblico e quello che ci tornava indietro. Abbiamo trovato un senso come musicisti.
A causa della pandemia, però, abbiamo dovuto fermare il nostro lavoro, la nostra passione, come moltissimi altri colleghi. Speriamo di tornare presto a riscoprire la bellezza dello stare tutti insieme, i valori e le gioie comuni, ma soprattutto l’immenso potere della musica.
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