Sono di Poppi i Campioni italiani di rulletto!

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Il ritorno di un antico gioco ora diventato sport


Ho cominciato a frequentare il Casentino verso la fine degli anni settanta. Girellando in macchina per la vallata, mi capitava di vedere la domenica pomeriggio, lungo certe redole, gruppetti di uomini intenti a lanciare “qualcosa” e poi a controllare gli esiti del lancio; molti abbandonavano la giacca sul prato che costeggiava il viottolo, si, la giacca, perché era palese che uscissero dal pranzo domenicale e liberi da questo pur gradito impegno, si impegnavano in qualcosa di appassionante: si udivano le voci, non dico concitate, ma sicuramente decise a far valere le proprie ragioni, controllare la posizione di “non so cosa” e poi continuare in quella attività che  doveva essere importante e avvincente.  Ignorante io, pensavo giocassero a qualche tipo di bocce, ma le movenze erano diverse. Proprio non capivo cosa stessero facendo quelle persone, molto prese nel loro passatempo. Poi mi hanno spiegato che si trattava del gioco della rulla o ruzzola, o lancio del formaggio. Sono sincera, non lo conoscevo proprio. Col passare del tempo, poi, non mi è più capitato di assistere a queste scene, ma certo non me ne sono preoccupata. Forse avevano solo cambiato strada..oppure questo passatempo non era più in voga.

E invece ecco  la sorpresa: questo gioco non solo esiste ancora, ma è diventato uno sport vero e proprio riconosciuto dalla FIGeST, acronimo di Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali, a sua volta affiliata  CONI e comprende  varie attività come il Lancio del Formaggio, il  Lancio della Ruzzola,  il Lancio del Ruzzolone, il Lancio del Rulletto. La differenza tra le varie specialità è fondamentalmente data dalle dimensioni e dal peso degli attrezzi: si parte dal massimo peso di 25 Kg nel caso del lancio del formaggio; per la ruzzola 450 gr.; per il ruzzolone peso non inferiore ai 2 Kg.;  per il rulletto peso minimo kg.1,5 e per tutti è ammessa, come ausilio per il lancio, una corda o fettuccia. Insomma, tutto come una volta, ma regolamentato dalla federazione. Nascono anche i campionati italiani,  infatti  questo gioco è diffuso in tutta Italia, nelle svariate forme sopra descritte e giocate o su terra battuta, o su asfalto o su viottoli. Vengono così salvaguardate tradizioni che si perdono nei tempi: pare infatti che tali attività ludiche venissero praticate dagli Etruschi e sicuramente dai nostri avi Romani.

Anche in Casentino questa tradizione viene perpetuata da alcuni appassionati, forse spinti dalla dimestichezza di questo passatempo: un genitore, uno zio, un familiare e nasce così  una squadra, la Campaldino Legnami,  che prende il nome dal suo sponsor, la Campaldino Legnami di Poppi, che sin dal 2018 permette  agli atleti di potere provvedere a tutto l’occorrente necessario, dall’abbigliamento alle spese varie sostenute dalla squadra stessa. La squadra fa parte dell’ASD ROLLING CHEESE TEAM CASENTINO di Poppi ed è composta da Ceccherini Marco (Borgo alla Collina), capitano della squadra; Ceccherini Federico (Stia), figlio del capitano; Ceccarelli Marco (Poppi); Mazzi Mauro (Montepulciano); Santinelli Sauro (Sinalunga).

Mi incontro  con Federico Ceccherini in un accaldato pomeriggio di questo Luglio. Mi colpisce il suo sorriso, aperto e carico di voglia di farmi capire i meccanismi di questo gioco/sport e cosa stanno facendo lui e altri appassionati soprattutto dopo avere portato una meritevole vittoria in occasione del 18esimo Campionato italiano di lancio del rulletto a squadre.  La competizione sportiva ha visto in azione ben 32 società tra sabato 13 e domenica 14 luglio. La manifestazione, che ha avuto il patrocinio dell’Assemblea Legislativa delle Marche e delle Amministrazioni comunali di Porto Sant’Elpidio e Sant’Elpidio a Mare, si è disputata su due percorsi ottimali per la specialità del lancio del rulletto. Organizzata dalla Asd Santa Croce, presidente Luigino Morichetti, la competizione sportiva ha visto in azione ben 32 società tra sabato 13 e domenica 14 luglio. La formazione Casentinese riesce a risultare tra le 8 finaliste e vince per la categoria B,  vittoria che porta la squadra in serie A. (Piccola parentesi: non si vincono soldi, ma trofei se non salumi o similari).

Mi racconta che la passione gli è stata trasmessa dal padre, sin da quando lo seguiva in quelle domeniche con gli amici, lungo i viottoli del Casentino e il gioco era solo un divertimento amatoriale domenicale.

Ora il  gioco è regolamentato dalla federazione e prende ovviamente spunto dalle regole del gioco di sempre. Si può giocare in coppia, singolarmente o a squadre. Il percorso è  picchettato; vince ovviamente chi  percorre più strada con il numero di lanci prefissati.

Federico ha costruito il suo rulletto da solo, è di colore bianco per meglio poterlo identificare; non ama i colori sgargianti.

Ecco. Ho voluto scrivere  su quella che oggi è una disciplina sportiva che trova molti adepti in tutta Italia e che ripropone gli svaghi di un tempo e ci riporta un po’ indietro negli anni, perpetuando tradizioni che forse tanti bambini non conoscono e parlarne può solo fare bene.  Qualsiasi attività sportiva  permette di sperimentare la libertà di mettersi alla prova, praticando l’attività che più si ama, all’interno di regole condivise, in uno spazio sano e la regola più importante e il suo significato sta nel gioco corretto, leale. Le regole e la libertà sono tra loro legate. Lo sport ci insegna il rispetto:  rispetto per gli avversari, per l’allenatore e compagni di squadra e, soprattutto, verso noi stessi. Agire con rispetto verso gli altri è importante tanto nello sport quanto in classe, sul posto di lavoro, nelle relazioni e nelle amicizie e ovviamente, come in questo caso, il perpetuarsi delle tradizioni.

 


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