di Riccardo Bargiacchi
In quest’anno in cui ho festeggiato il decimo anniversario di matrimonio e celebrato sul numero della rivista ancora in edicola il decennale dell’inizio della mia collaborazione con CasentinoPiù, c’è qualcos’altro che compie dieci anni: Tanatofilia, il mio libro di poesie (“d’amore”, come specifica il sottotitolo, con ambiguo riferimento all’etimo del neologismo soprastante).
Il libro compie dieci anni e le poesie più antiche almeno venticinque, ma riesco ancora a rileggerle con ammirazione e affetto, io che riscrivo e modifico e correggo fino all’ultimo ogni singolo articolo e che poi comunque lo cambierei ancora quando arrivo a rileggerlo stampato. C’è un po’ di ingenuità (di un giovane smaliziato ma comunque candido), un po’ di autoindulgenza (scampata all’epurazione del momento della pubblicazione), c’è un po’ di presunzione (dichiarata in realtà), ma il tutto mi pare che regga al passare degli anni, che superi la mia autocritica, mai blanda. Senza falsa modestia, lo confermo anche dopo le ultime letture, conscio ovviamente che tante cose mi piacciono anche perché sono mie: ogni scarrafone… anzi diciamola alla casentinese, come diceva la mia nonna, “a ogni troia gli garba ‘ su’ maiali”. Ed è sinceramente mio, come sempre: «è un romanzo sincero, conoscendoti», mi disse un’amica alla presentazione di “Falterona”.
Poesie impietosamente e ostentatamente sincere, o involontariamente tali, che, con o senza il mio consenso, aprono squarci sull’interno della mia anima di allora, attraverso accenni impliciti a grandi dolori e grandi timori, poi rivelatisi fondati come nel lutto ancora fresco dopo qualche anno, attraverso riferimenti urlati a dolori forse oggettivamente più lievi, ma che ancora fanno male insopportabilmente, attraverso allusioni alle più svariate suggestioni letterarie, musicali, cinematografiche, storiche, di cui si era nutrita la mia mente e che a volte mi sorprendono nella rilettura a distanza: da Dante ai Velvet Underground, da Ungaretti a Jim Morrison, da Rimbaud e Verlaine al Banco del Mutuo Soccorso e alla PFM, da Rodari ai CCCP, da Guccini ai Pink Floyd… e poi tanto Leopardi, tanto Baudelaire, tanto De André.
Basta così: giusto un piccolo pensiero prima che quest’anno finisca. Buon anniversario Tanatofilia!