Sotto il titolo “Tradizione è innovazione” si è svolto un importante convegno all’Unione dei Comuni Montani del Casentino, sul recupero delle conoscenze tradizionali per la competitività dei territori, tramite la valorizzazione della filiera del legno. Istituzioni, associazioni imprenditoriali e professionisti hanno animato il convegno, punto di inizio per un percorso che intende coniugare tradizione e tecnologie per la sostenibilità ambientale, fornendo proposte di l’utilizzo e valorizzazione delle risorse locali. “Il legno è la prima di queste”, conferma l’arch. Andrea Rossi, che sotto l’egida dell’Ecomuseo ha coordinato l’iniziativa, “E sono emerse alcune particolarità: dal mondo imprenditoriale ad esempio, una proposta per l’utilizzo di materiali locali nelle costruzioni. Ma bisogna anche aggiornare norme e regolamenti, un po’ come si è fatto ne settore edilizio dove si è giunti tutti insieme ad un regolamento unico per tutto il Casentino”.
L’incontro è nato anche per presentare i lavori effettuati dagli studenti del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze, corso di laurea magistrale in design, all’interno del laboratorio “Design e tecnologie per la sostenibilità”. “Per due anni”, prosegue Rossi, “Giovani provenienti da varie parti del mondo hanno visitato il Casentino e l’Ecomuseo, elaborando progetti (in particolare attinenti alla filiera del legno) riferiti alla valorizzazione, interpretazione e comunicazione delle risorse locali. Gli elaborati saranno in mostra nel periodo estivo mentre si sta pensando di dare una realizzazione, d’intesa con l’Università, ad uno dei progetti più meritevoli”. Tra i promotori dell’iniziativa l’Ordine degli Architetti di Arezzo, fra le categorie professionali quella che meglio di altre si candida quale “ponte” tra recupero della memoria e progettazione del futuro.
Favorito da un atteggiamento positivo dei livelli istituzionali più alti (Regione e Ente Parco in primis), il concetto deve ora produrre progetti e poi tradurre questi ultimi in operatività. E anche in questo caso la tavola rotonda ha fornito spunti di interesse: “Il soggetto che può essere deputato allo sviluppo di questo know-how può essere le Officine Capodarno”, dice il Sindaco di Pratovecchio Stia Nicolò Caleri. “Un’idea sulla quale puntiamo, per il rilancio di professionalità legate alla storia del Casentino e per trovare attuazione alle varie fasi di un percorso come questo: dal rapporto con le Istituzioni allo studio progettuale, dall’interfaccia con le esigenze dei professionisti e delle imprese a un risultato per i consumatori finali. Il laboratorio che stiamo costruendo è a disposizione per chi voglia favorire ricerche legate alla sostenibilità ambientale, alle energie rinnovabili, alla tutela delle competenze ereditate da un passato che per decenni ha assicurato benessere al Casentino. Oggi viviamo altri tempi, ma se iniziamo a dialogare tutti insieme si può fare molto, consapevoli che il nostro ambiente ci può dare, se utilizzato a dovere e in modo compatibile con le caratteristiche che lo rendono unico al mondo”.
Unione dei Comuni Montani del Casentino – Ufficio Stampa