Treno Lfi, lettera di protesta di un pendolare

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Riceviamo e pubblichiamo la lettera firmata che ci ha inviato un nostro lettore.

Sono un lavoratore pendolare che dal Casentino, tutte le mattine dal lunedì al sabato, mi reco per lavoro ad Arezzo (mi alzo tutti giorni alle cinque e mezzo). Lunedì 4 novembre, mentre aspettavo il treno che parte da Stia alle ore 06:05 (io lo prendo al Corsalone alle ore 06:31) è stato comunicato che era stato soppresso e sostituito dal bus. Fino qui cose già viste e provate,  ma il problema è che sono tre giorni che arriviamo alla stazione di Arezzo con piu di 10 minuti di ritardo e la  conseguenza è che i ragazzi che studiano in Valdarno perdono la coincidenza, io che dovrei entrare al lavoro alle 07:30 faccio tardi e tanti come me perdono il tram urbano ecc…
Adesso siamo venuti a conoscenza che tutto questo durerà fino a Natale. Quindi chiedo:

1) Perchè proprio il treno dei lavoratori pendolari legato a degli orari di entrata al lavoro?
2) Motivazioni di tale disagio: ci è stato detto per mancanza convogli su rotaia, molti vecchi e obsoleti, ma siamo nel 2020!
3) Noi abbiamo pagato anticipatamente i vari tipi di abbonamento (mensile-trimestrale-annuale) e sto notando che diverse persone sono costrette a usare l’auto per non rischiare di perdere il proprio posto di lavoro e a peredere diversi soldi in benzina, alla faccia dell’inquinamento tanto combattuto dai nostri politici. Vi pare giusto?
4) Non ultimo, il grande disagio e il pericolo alla fermata del bus al Corsalone che viene effettuata lungo la strada, senza una luce e senza una pensilina. In questi tre giorni, infatti, siamo andati a lavorare bagnati viste le precipitazioni abbondanti. Ripeto: ma siamo sicuri che siamo nel 2020?

Lettera firmata

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