Un pensiero al giorno: “Cultura assassina”

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Foto di Nino Carè da Pixabay

Cultura assassina

Non si dovrebbe morire per mano dei genitori,

anzi, neanche soffrire si dovrebbe per via dei genitori.

Coloro che ti hanno messo al mondo,

dovrebbero volere il meglio per te,

e il tuo meglio, è ciò che ti rende felice.

L’amore di un genitore, dovrebbe superare

la barriera della religione, della cultura,

dell’ideologia,

a te Saman, non è stato concesso, e questo,

procura sconcerto, dolore, rabbia.

C’è una sola legge che dovrebbe accumunare qualsiasi razza,

qualsiasi colore e modo di vivere, qualsiasi bandiera,

ed è la legge del cuore, sì, il cuore,

quel libro che palpita nel petto di ognuno,

e che dovrebbe essere colmo d’amore,

in particolare nei confronti dei figli.

Così non è stato per te Saman,

tu non hai potuto vivere a tuo modo,

perché dei mostri te lo hanno impedito,

e son mostri ancora di più…

perché chiamati genitori.

A Saman e

ad Antonella, che mi ha chiesto questo pensiero

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Marina Martinelli
Marina Martinelli nasce nel 1964 e “arranca” tutta la vita alla ricerca della serenità, quel qualcosa che le è stata preclusa molto spesso. La scrittura è per lei una sorta di “stanza” dove si rinchiude volentieri immergendosi in mondi sconosciuti e talvolta leggiadri. Lavora come parrucchiera a Poppi e gestisce il suo salone con una socia. E' madre di due figli che sono per lei il nettare della vita e scrive, scrive ormai da molti anni anche per un Magazine tutto casentinese che si chiama “Casentino Più”. È riuscita a diventare giornalista pubblicista grazie proprio al giornale per cui scrive e questo ha rappresentato per lei un grande traguardo. Al suo attivo ha ben sette libri che sono: “Le brevi novelle della Marina", “L’uomo alla finestra”, “Occhi cattivi”, “Respira la felicità”, “Un filo di perle”, “La sacralità del velo”, “Le mie guerriere, quel bastardo di tumore al seno”. Attualmente sta portando avanti ben due romanzi ed è felice! È sposata con Claudio, uomo dall’eterna pazienza.

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