Te, la lacca e lei
È stato bello osservare quel mestiere
mentre tu diventavi più bella.
Pareva essere una missione la sua, fatta di tante sfaccettature,
di tanti riflessi.
Lui, si contorceva per catturare attimi da soffermare,
si piegava e poi andava seduto per terra,
e poi ancora, saliva sulla sedia e cercava avido
le tue facce, i tuoi sguardi.
Con le sue macchine dal grande occhio
fermava il tuo tempo,
per poi restituirtelo più avanti, quando quel giorno
rimaneva un ricordo.
Rammento l’energia che impiegava senza chiederti “pose”,
anzi, ti voleva semplice e naturale e bella.
Mentre altre mani ti costruivano un po’
per farti essere ancora più te.
Dentro al suo occhio, un mondo di vita,
pezzettini di tempo, di storia,
ma soprattutto di sensazioni e sentimenti e amore…
tutto l’amore che si può mettere dentro qualcosa,
anche dentro un mestiere, per farlo essere così;
grande espressione artistica.
Grazie Giancarlo, è stato un bel tempo…