Un adolescente e suo padre
Oggi sei grande, o almeno è quello che si dice.
Hai un filo di barba e qualche brufolo sul mento,
e sei maledettamente bello, con quella tua aria da ragazzaccio.
So che hai la ragazza, e ciò mi riempie d’orgoglio
ma, anche di nostalgia.
Sai figliolo; quando eri bambino ti ci prendevo in giro
su questo argomento, e non vedevo l’ora di assaporare
l’evento,
ma oggi che quel momento è arrivato…
vorrei cacciarlo indietro,
il più lontano possibile.
Il fatto è che non mi abbracci più volentieri,
anzi, non mi abbracci proprio più,
come se fosse una vergogna, e questo mi fa un grande male,
ma lo tengo per me.
Mi saluti con fretta, e difficilmente mi guardi negli occhi,
sembra che tutto questo sia una cosa normale
e io provo a ficcarmelo nella testa,
ma dentro al cuore, dentro lì, proprio non ci riesco.
Vai a raccontarlo al mio cuore che adesso non sono più il tuo “Papone”
o comunque, che lo sono di meno.
Comunque, io resto qui, ad aspettarti,
ad aspettare il nullaosta per essere tuo padre.
A Enrico. Grazie