Un gioco da brivido
Fra tanti giochi che una volta facevamo
quando ancora per giocare avevamo poco o niente,
ricordo quello della bottiglia.
Consisteva nel farla girare, mentre noi ragazzini
stavamo posti in cerchio, seduti o in ginocchio per terra.
Valeva quando la bottiglia si fermava con il collo rivolto verso uno di noi
e allora quel qualcuno doveva fare o dire qualcosa a qualcun’altro.
Ricordo quel giorno che la bottiglia si è fermata davanti a lui,
quel ragazzino che mi faceva tremare quando ero piccola,
colui che faceva andare a mille il mio cuore.
Dovevo dargli un bacino in quell’occasione
ed ero felice di questo, ma la vergogna era tanta davvero.
Rammento che mentre mi avvicinavo a lui coglievo nel suo sguardo
Il mio stesso entusiasmo, entusiasmo che mi lasciava turbata non poco.
Fu così, che grazie ad un gioco semplice, un gioco fatto di nulla
potei scoprire che anche lui aveva un debole per me.
Non potrò mai scordare il calore della sua guancia
e subito dopo il bacino, e neanche il colore del suo volto,
che divenne di un rosso porpora!
A lui, che sa chi è!