Buffa e sbaruffa
Te ne stavi in bilico sulla scala a pioli,
quella che serve per arrivare ai libri là in cima,
ed eri buffa, mentre rischiavi di cadere cercando di afferrarti la coda.
Hai corso un bel rischio, perché con la tua zampa destra,
cercavi di acchiappare quella gigantesca virgola pelosa e in movimento.
Sei stata la cosa più buffa e più bella che potessi vedere
da appena svegliata,
sì perché anche un gattino, quel gatto che ti accompagna nei giorni,
ti dà il suo buongiorno.
D’inverno ti trasformi in un micione enorme e bello da sembrare
di chissà quale razza, mentre invece ti ho raccolto in una discarica,
dietro la mano amica di Carla.
Ti ho portato a casa che eri un cespuglietto di zecche e di pulci,
terrorizzata da ciò che c’era là fuori,
in quei momenti son certa che rimpiangevi il tuo ammasso di cose
buttale là senza alcun senso.
Oggi che sono ormai più di due anni che sei qui con me,
ancora mi fai sorridere tanto,
mi fai arrabbiare, mi fai sgolare, quando alla sera ti cerco…
ma sono certa che ancora mi farai esser felice di averti preso con me.
Spero vivamente di darti almeno un pochino di ciò che mi sai dare tu,
soprattutto in questi giorni offuscati dal male.
Alla mia “miciona” di casa che mi fa tanto ridere
e a Carla che fidandosi, me l’ha posta fra le braccia…
Vi dedico questo pensiero che sembra cosa da nulla, ma che nulla non è… cerchiamo di guardare anche il bello e godiamo delle piccole grandi cose che abbiamo, solo così possiamo alleggerire le nostre giornate dal negativo che gira d’intorno!