Casentino terra di cultura, luogo d’arte e di passione. Perché dunque non valorizzarlo con una manifestazione di rara bellezza e importanza come una Biennale d’arte? È la domanda che si sta ponendo il consigliere comunale Enrico Lettig in questi giorni, subito dopo l’annuncio della consegna ufficiale, a Vittorio Sgarbi, del “Premio Casentino per la Critica d’arte 2017” che riceverà di persona il 18 giugno prossimo a Poppi. L’assegnazione del riconoscimento è stata comunicata dallo stesso Enrico Lettig, al diretto interessato, durante la diretta della puntata di “Buongiorno Italia 5” su “Radio Italia 5” il 2 maggio scorso. L’ospite speciale della trasmissione, in collegamento telefonico, ha accolto con entusiasmo il premio con il quale il Casentino ha voluto omaggiarlo, accrescendo ancor più il suo legame con la vallata aretina. Durante la messa in onda, i due intervenuti, hanno colto l’opportunità di ribadire le loro convinzioni riguardo alla situazione in cui versa il patrimonio artistico italiano, stretti anche da una reciproca stima che li vede uniti nel portare avanti il progetto del neonato movimento “Rinascimento” di cui Sgarbi è Presidente e Lettig referente locale.
Il primo ha sottolineato l’inerzia intellettuale che affligge la politica odierna quando si parla di cultura, l’altro ha criticato la poca incisività delle realtà locali nel sostenere iniziative rivolte alla valorizzazione delle ricchezze nostrane. «È importante – ribadisce il consigliere – saper approfittare della presenza di un intellettuale come Vittorio Sgarbi per rilanciare il territorio. Da quando è entrato attivamente in rapporto col Casentino, Sgarbi ha portato solo dei miglioramenti». A ribadire il suo punto di vista, Lettig ha fatto circolare, proprio in questi giorni, un comunicato stampa in cui afferma l’urgenza di investire sul territorio traendo giovamento dalla presenza di Sgarbi e dalla prospettiva di creare, insieme a lui, una Biennale d’arte che sarebbe «finalmente capace – come riporta il comunicato stampa – di incidere nello sviluppo di un’economia desiderosa di esprimersi e quanto mai depressa.» Aggiungendo, infine, che la «presa di coscienza di questa opportunità è oggi un dovere di tutti. Amministratori e non».