Una rete piena di sogni (e un Natale un po’ speciale)

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Certi incontri ti cambiano la vita e ti chiedi come poteva essere la tua esistenza senza sapere, senza conoscere certe realtà, che per taluni non solo fanno parte del quotidiano, ma sono lo scopo principale di vita, una vita dedita al benessere degli altri, un impegno quotidiano che ti fa star bene, che ti manca se anche per un solo giorno ci devi rinunciare. Questo è il sentimento che questo incontro mi ha procurato e sicuramente la mia attenzione verso il prossimo avrà da oggi un occhio diverso per guardare  quelle che per altri sono quotidianità. Mi trovo a Partina, Bibbiena, nella sede di amICAREte e lì incontro Isella Doni, la direttrice, nonché anima e cuore di questa associazione, che si occupa di persone con disabilità, insieme alle volontarie Livia Marri e Alessia Lombardi, all’educatrice Alessandra Polmonari e con Giuseppe, Lorenzo, Andrea, Pamela e che mi accoglie calorosamente e desiderosa di farmi capire quello che fanno ogni giorno, ma soprattutto quali sono i loro obiettivi di vita che loro chiamano Sogni.

L’associazione parte circa 30 anni fa e ha sede inizialmente all’interno della Misericordia. Col tempo le esigenze crescono e dopo una decina di anni  nasce il desiderio di rendersi più autonomi. Si trasferiscono a Partina, proprio dove li ho incontrati, ma hanno anche altre luoghi che utilizzano a seconda delle stagioni e del tipo di attività che devono svolgere. Quindici anni fa nasce  ufficialmente amICAREte.  Non è un errore grafico, questo è come si scrive esattamente e sta a significare una rete come amica: solo il rapporto di amicizia lega coloro che fanno parte, a qualunque titolo, dell’Associazione

– am – I
in inglese la forma interrogativa di io sono: la consapevolezza e al tempo stesso le contraddizioni del nostro essere.

– I – CARE 
è il motto intraducibile dei giovani americani migliori – “me ne importa, mi sta a cuore” – scritto grande su una parete della scuola di Don Lorenzo Milani.
E’ il manifesto dell’impegno sociale, della dedizione agli altri che il Priore di Barbiana ci ha lasciato e al quale si ispira l’Associazione.

– te
chiunque Tu sia, qualunque sia il Tuo problema, mi interessi, mi stai a cuore! Il “Te” esprime la volontà dell’Associazione di considerare al centro delle proprie attività ogni persona, indipendentemente dalla sua condizione.

Campeggia, appeso al suo supporto, il làbaro, bianco e azzurro, realizzato dal marito di Isella, dove è rappresentata una  rete che è “raffigurata da persone stilizzate collegate tra di loro, in relazione tra di loro e la rete non esiste se non c’è relazione. È scegliere di stare in contatto per diventare rete. Le persone che disegnano ciascuna maglia sono importanti non per la funzione che svolgono, ma perché senza di esse la rete non esiste. Tutti quindi sono utili allo stesso modo: se uno, quali che siano le sue abilità, si perde la maglia si rompe.
La resistenza della rete, infatti, è data dal nodo più debole perché è quello che cede per primo: è quindi indispensabile sia rinforzare i più deboli, sia migliorarsi individualmente per offrire il maggior contributo possibile. Questa rete non limita, ma, al contrario, accoglie, sostiene, ripara, aiuta, dà sicurezza… non c’è un numero definito di maglie, la rete può crescere all’infinito.” (
n,d,r. queste sono le parole esatte tratte dalla definizione che troviamo nel loro “logo e denominazione” , che mi sono permessa, autorizzata, di copiare e non modificare, perché parole diverse potrebbero stravolgerne l’intento e il significato.)

E così mi trovo a riflettere, sopra ad ogni cosa rifletto cosa e quanto queste persone con disabilità mi hanno donato nelle poche ore che ho trascorso con loro e quanto poco, invece,  io ho loro dato. Ho ascoltato, sì, ho guardato, pure. Ho visto gli occhi felici che si illuminavano di una luce così potente che capivi perfettamente la gioia interiore di Pamela, quando raccontava di quello che sta facendo nelle scuole: legge le sue fiabe, così come ha letto a me la favola di Striciolino. Un Sogno in parte realizzato. Oppure del Sogno di Lorenzo, che vuole scrivere una guida sui castelli del Casentino e vuole accompagnare le persone in questi luoghi incantati e che mi vorrebbe accompagnare “nell’orto del “mi’ nonno”.

E ancora  Andrea, con le sue chiavi da meccanico, lui le ha tutte, che desidera tanto un compressore e mi toccava le mani e il volto e mi abbracciava, per potere avere quel contatto che invece i suoi occhi gli negano. E poi Giuseppe, che a volte scrive quando deve dire qualcosa di importante e le parole non escono e gli restano lì, sulla punta della lingua e il suo Sogno è diventare il custode dei giardini, che vengano utilizzati con cura, affinché altri bambini ne traggano beneficio.

Persone fantastiche. Ho chiesto loro se potevo tornare, perché quelle poche ore sono state veramente poche. E così sono stata invitata a casa di Michael, dove la sua famiglia sabato pomeriggio, ha organizzato una festicciola di Natale e ospiterà altri ragazzi ed io ho detto che ci andrò, voglio andarci, per conoscerli tutti.

Mi ritrovo così, sabato 16 dicembre, nei pressi dell’abitazione di Michael, dove incontro Daniela Fani che accompagna Sara, che mi prende per mano e mi invita ad entrare. Entro e un grande applauso ci accoglie, quello stesso applauso che accoglie chiunque entri nel garage adibito a  palestra dove Michael, ogni giorno, deve fare attività fisica e oggi allestita per l’occasione a festa, sgomberata dagli attrezzi per permettere a tutti, tanti, di accomodarsi. È un continuo spostare di sedie perché le persone sono tante. Infatti, accompagnati da alcuni genitori e tanti volontari, conto una quarantina di persone. Noto subito una grande poltrona rivestita di tessuto rosso, nella quale nessuno si siede, quasi non la notassero. Ingenuamente mi chiedo perché resti vuota, ma aspetto, perché un motivo ci sarà e penso che quella rossa poltrona deve essere riservata ad un ospite molto importante. Una volta tutti seduti, in silenzio, inizia il momento della condivisione: poiché io sono una  persona ai più sconosciuta, iniziano le presentazioni dei partecipanti. Ognuno mi dice il suo nome, compresi gli accompagnatori, da dove viene o altri frasi nate spontaneamente al momento e quelli che già mi avevano conosciuto a Partina, mi riconoscono e pretendono un saluto personale, fatto di strette di mano e affettuosi baci, presentazioni interrotte dagli applausi per l’arrivo dei ritardatari. Così conosco Anna, timida e con flebile voce, accompagnata dalla mamma Maria, e con loro Valentina che ha suonato l’handpan, uno strano strumento dal suono rilassante e armonico; Mirko, che mi spiega il suo problema di udito altalenante e che per combattere lo stress si dedica al lavoro a maglia, creando lavori degni di una magliettaia esperta e che ha appreso questo tipo di attività semplicemente dai tutorial presi dal web, accompagnato da mamma Olimpia; accanto a me, Chiara, che già conoscevo da tempo, con la predisposizione al canto e mi dice: “Dimmi il titolo di una canzone e la canto perché io le conosco tutte!”; Andrea, ragazza taciturna e a momenti timida con la mamma Daniela; un’altra Chiara, timidissima, piccola di statura e tutti zitti, altrimenti non sentiamo la sua voce, anche lei accompagnata dalla mamma Ljubj; Mauro, giovialissimo, saluta tutti a voce alta allegramente, un eterno felice.  Ritrovo Lorenzo, l’esperto di castelli, dalle grandi mani, (mi hanno fatto venire in mente mani da pianista) e Andrea, quello con la passione per le chiavi e che ci ha suonato la fisarmonica e che termina le frasi con un sonoro “secchio!”; Giuseppe, il custode dei giardini, affascinato dai brillantini dei miei jeans, che mi bacia riconoscendomi; Pamela, che scrive storie per bambini e le legge nelle scuole e famosa per i suoi teatrali inchini, assieme alla mamma Evelina. Si presenta anche Isella, che abbiamo già conosciuto; Silvia, che segue Michael, con il marito Luca; Claudia Benvenuti, volontaria, flautista, col marito Roberto Lombardi, il regista del loro laboratorio teatrale; poi Claudia Bigiarini, vivacissima volontaria.

Per finire parla Elda, la mamma di Michael, che parla non solo di sé ma parla per dare voce a  Michael  che comunica tramite un laptop col quale, tra l’altro, scrive poesie bellissime. Ultimo a parlare, ma solo per una questione di giro di presentazioni è Gigi, il babbo di Michael. Entrano infine Roberta con mamma Mara, che non riescono però a presentarsi, visto il clima ormai di allegra confusione che si è creato.

Ho sicuramente scordato di nominare qualcuno, ma ovviamente non con intenzione.

Durante il momento di condivisione era vietato nominare Babbo  Natale, potrebbe, col sentirsi chiamato in causa, decidere di tardare il suo arrivo; ma  ecco che qualcuno bussa sonoramente alla porta: chi sarà? Ma è proprio Babbo Natale, al quale è riservata la poltrona rossa e che scioccamente non avevo proprio compreso a chi servisse!

Babbo Natale, atteso e abbracciato calorosamente da tutti, si presenta e comincia a distribuire doni ai presenti. La festa continua, si canta, si balla, si suona, si mangiano i dolcetti preparati da mamma Elda, l’aria si scalda di calore umano, indescrivibile. Io mi sento un po’ fuori luogo, sono impacciata, ma piacevolmente coinvolta ed emozionata. Quando Silvia canta insieme a Michael, non solo lacrimoni, ma singulti irrefrenabili di pianto mi travolgono e abbraccio Daniela, che mi consola. Volevo essere spettatrice, ma non ci sono riuscita, mi sono sentita così coinvolta da farmi comprendere quanto amore può nascere da un incontro, dettato forse solo dalla curiosità di approfondire la conoscenza di queste realtà , che è intorno a noi, ma che in effetti non comprendiamo o semplicemente ignoriamo. A volte voltiamo lo sguardo, forse per non soffrire e  non  sentirsi coinvolti,  usiamo pietose parole di falso interessamento e non ci rendiamo invece conto di realtà piene di Sogni  da realizzare, di cuore, di sofferenze, ma la  partecipazione reale, attiva, è intorno a noi, ci circonda. I Sogni sono il futuro, sono la vita attiva, sono la chiave del tangibile e che spesso dimentichiamo, tutti quanti, così presi dalla quotidianità, di averne bisogno.

Credo che per me questo sarà un Natale un po’ diverso, pensando a come poter continuare a vivere cercando non solo di donare, di aiutare qualcuno a realizzare il proprio Sogno, ma anche di ricevere, perché questo è stato il regalo che ho ricevuto più bello di sempre, nessuno lo potrà sciupare, anzi, il poter incontrare queste persone con disabilità, meravigliose, fuori dal comune, generose, sensibili, non potrà che crescere, aumentare, con una partecipazione più assidua da parte mia e non sono solo parole.

Per finire vorrei regalarvi una poesia di Michael, sperando che resti nei vostri cuori, esattamente come è successo a me.

Mondo crudele

Mondo crudele
mi fai soffrire la mente e il cuore ❤
Vorrei fare tante cose belle
ma la mia cerebrolesione
me lo vieta.
Mondo bellissimo, dove sei?
Io mi accontento di poco
ma sono costretto a niente.
Voglio anch’io la mia parte bella.
Vieni mio Dio, aiutami un po’.
Vorrei sapere cosa si prova
ad essere liberi nel corpo e nella mente.
Vieni mio Dio
aiutami.
Io ti amo tanto.
Più ti amo meno ottengo.
Perché?
Perdonami Dio mio.
Non voglio criticare il tuo operato,
ma sono triste.
Per piacere
possa la mia mente stare in pace.
Per piacere
possa il mio corpo fare movimenti costruttivi.
Dio mio aiutami ti prego.
Sono tuo figlio.

Quando ho chiesto a Michael se potevo pubblicare la sua poesia, mi ha risposto che era contento, perché aveva piacere di fare sapere che  lui scrive poesie e per fare capire ad altre persone con disabilità che anche loro possono scrivere poesie.

 

 

 

 

 

 

 

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