Violazione dei confini della riserva naturale integrale di Sasso Fratino, tre persone denunciate dal CTA-CFS .

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Ieri tre persone, due di Rimini ed una di San Marino, sono state sorprese dal CTA del Corpo Forestale all’interno della riserva integrale di Sasso Fratino.
In questo periodo il Parco nazionale e tutta la zona montana dell’appennino tra Toscana e Romagna sono meta dei cercatori di funghi. Le regole che ne disciplinano la raccolta e tutelano gli ecosistemi ci sono e vengono fatte rispettare.
Accade anche che per eccesso di curiosità o per tentare la fortuna in zone poco accessibili e poco frequentate, alcuni cercatori si avventurino nelle aree più sensibili dal punto di vista ambientale, anche in quei pochi ettari di foresta che, per la loro particolarità, sono interdette all’accesso. Si tratta delle aree di riserva integrale, istituite per tutelare particolari habitat, forestali, rupestri o prativi.
Nel Parco nazionale la più famosa è la riserva naturale integrale di Sasso Fratino, istituita dal CFS nel 1959. E’un lembo di Parco a prevalenza di faggio che ha l’aspetto di una foresta primigenia. Non a caso si è meritata un diploma europeo e fra breve arriverà ad essere parte della rete delle “Foreste vetuste”, sotto protezione UNESCO.
All’interno di essa vivono infatti faggi che arrivano a 515 anni (non “stimati”, ma certificati dagli esperti dell’università della Tuscia).
E’ evidente la necessità di tutelare questi rari lembi di foresta, visti i valori in gioco.
Probabilmente le tre persone sorprese dagli agenti del Coordinamento territoriale per l’ambiente del CFS del comando stazione di San Piero in Bagno all’interno della Riserva, nella zona della Lama, erano in cerca di funghi. Non li avevano, per loro fortuna, in quanto la raccolta nelle aree di riserva integrale comporta una denuncia penale ed una sanzione che arriva a 4000 euro.
Ciò non toglie che avevano comunque fatto male i loro calcoli, in quanto il divieto di accesso è ben sanzionato: non solo con i 50 euro a norma di regolamento del Parco, ma anche con ulteriori 500 euro per aver disturbato un habitat sotto massima tutela.
“Infatti le aree di riserva integrale devono essere protette anche dalla curiosità, in quanto la stessa viene suscitata istintivamente da una zona così particolare. Ma questa può determinare impatti significativi, tali da perturbare gli ecosistemi e gli habitat che si vogliono invece preservare. Il CTA-CFS incaricato della sorveglianza del Parco nazionale, consiglia di verificare bene prima se le zone che si vogliono raggiungere per cercare i funghi o per fare escursioni siano o meno sotto speciale tutela. Si può fare direttamente contattando il Parco o il CTA CFS oppure ottenere informazioni nei siti specializzati, primo fra tutti quello istituzionale del Parco. Come è successo ai 3 sprovveduti cercatori di funghi, può costare cara anche la sola ricerca, senza trovare un bel niente, se la si effettua in un area di riserva integrale.”. Vice questore forestale aggiunto Marco Mencucci, responsabile CTA CFS Parco nazionale.
Inoltre, gli amanti della ricerca estrema, magari notturna, devono tener in conto che nel Parco, di notte, non si possono abbandonare i sentieri segnalati ed usare, al di fuori di essi sistemi di illuminazione. Percorrere le aree naturali di notte, non usufruendo della rete escursionistica, è una cattiva abitudine che si rinnova ad ogni stagione dei funghi. Si tratta di una attività pericolosa e costituisce disturbo alla fauna.
Le sanzioni, anche queste già sperimentate nei giorni scorsi nella zona di Campigna, arrivano a 100 euro. Nel Parco nazionale delle Foreste casentinesi, di 36.000 ha, le aree a protezione integrale sono 4,  denominate zone “A”. In totale coprono circa 1250 ha. La più estesa, 900 ha, è la riserva naturale integrale di Sasso Fratino.

U.s. parco nazionale Foreste casentinesi, monte Falterona e Campigna

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