Violenza contro le donne: 12 casi nel territorio, 6 dei quali a Bibbiena

L’Appello dell’Assessore al sociale Matteo Caporali in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne
La  violenza sulle donne non è un fenomeno lontano, ossia un problema che riguarda le grandi metropoli o le città. La violenza sulle donne è qualcosa che, al contrario ci tocca da vicino. A parlare sono i freddi numeri che, in questo caso, sono anche specchio di ciò che accade nella porta accanto. Tra il 2014 e 2015 i casi presi in carico dal Distretto Casentino sono stati 6, e altri 6 gestiti dal solo Comune di Bibbiena. Sotto i numeri, tuttavia, ci sono loro, le donne colpite, ferite prima nell’animo che nel corpo, le donne disumanizzate, le donne a cui è stato derubato l’orgoglio. Il Servizio sociale del Comune di Bibbiena ha preso in carico – come si dice in gergo tecnico – queste persone, indirizzandole sui vari percorsi, ma anche sostenendole come esseri umani in un difficile – ma non impossibile – percorso di recupero. 
Quello della violenza dentro le mura domestiche è un problema senz’altro culturale, che viene da lontano e quindi profondo, per questo necessita di un approccio su piani diversi e va combattuto partendo dal concetto stesso di relazione, rispetto, civiltà. 
Ma è un’emergenza che va affrontata anche in termini operativi. A livello di Casentino il Servizio Sociale Professionale si avvale di due strutture, Consultorio e Territorio ( Distretto o sedi Comunali); il ruolo è quello dell’accoglienza e informazione, valutazione, sostegno e presa in carico. La segnalazione, obbligatoria, viene fatta al tribunale ordinario, alla procura della Repubblica o al Tribunale dei Minori a seconda dei casi. La presa in carico della donna vittima di violenza ha, come detto, un approccio multidisciplinare. Nei casi di estrema emergenza è previsto anche un allontanamento dalle mura domestiche verso case rifugio o comunità; in casi in cui non è stata ravvisata una grave emergenza si attivano una serie di sostegni di tipo psicologico, familiare e sociale. 
Come sappiamo anche a livello di Usl8 esiste una specifica procedura operativa, il cosiddetto “Codice rosa”, che individua nel Pronto Soccorso il luogo dove più facilmente emergono episodi di violenza subita sia in ambito familiare che extra familiare. Da qui prende avvio una risposta organica anche sul piano psico-sociale costruendo la rete con il territorio: consultorio, medici, pediatri, servizi sociali territoriali, associazionismo, centri anti-violenza e le altre istituzioni. 
Nel capoluogo di provincia è attiva ormai da anni l’associazione “Pronto donna” con i seguenti recapiti 0575.355053 oppure info@prontodonna.it
Nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne il messaggio che l’assessore al sociale Matteo Caporali vuole lanciare è chiaro: “Questa giornata non può e non deve essere solo un momento di ricordo delle vittime, ma deve essere un momento di presa di coscienza collettiva di un fenomeno che ci riguarda tutti, che ci spinge non solo a riflettere sulla nostra cultura, ma anche ad agire. Agire significa da un lato incoraggiare le vittime a denunciare, a parlarne – come hanno fatto le sei persone che si sono rivolte ai nostri servizi sociali comunali – dall’altro significa vigilare, prevenire anche come enti pubblici ed attivarsi per una politica di genere più equa che non si limiti alla riconoscenza verbale o simbolica di certi diritti, ma che cerchi di cambiare il modo stesso di approcciarsi alle tematiche femminili. Trovare le parole giuste, in sostanza per oggettivare il problema e comprenderlo, a cui devono necessariamente seguire azioni giuste, vere e profonde”. 
Comunicato stampa Comune di Bibbiena
 

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