Un progetto con l’Università di Sassari per conoscere il re dei predatori del parco nazionale delle Foreste casentinesi e ridurre il suo impatto sulle attività dell’uomo.
La telemetria satellitare è una tecnologia che permette l’acquisizione di informazioni sul comportamento spaziale degli animali mediante l’apposizione di un radiocollare. Il progetto che la vede impiegata nell’area protetta, applicata al lupo, a fini conservativi e gestionali, nato dalla collaborazione tecnico-scientifica tra il parco nazionale delle Foreste casentinesi ed il dipartimento di medicina veterinaria dell’Università degli studi di Sassari, sta entrando nel vivo e iniziando a fornire dati importanti.
Gli obiettivi prioritari sono quelli di valutare l’impatto sugli ungulati selvatici, di monitorare i tentativi di predazione sugli allevamenti e registrare le interazioni con i cani da guardianìa presenti.
I dati dei radiocollari permetteranno anche di stimare le dimensioni degli home ranges (spazi vitali), eventuali eventi di dispersione, ritmi di attività, scelta dei luoghi di riproduzione e relazioni territoriali tra branchi vicini.
La possibilità di seguire puntualmente gli spostamenti degli individui dotati di radiocollare, e quindi del loro branco di appartenenza, consente non solo di determinare il tasso di predazione sugli ungulati selvatici, la selezione delle prede, e quindi la potenziale capacità di incidere sulla dinamica delle popolazioni di prede, ma anche di registrare gli avvicinamenti agli allevamenti e le loro modalità. A questo scopo saranno create delle recinzioni virtuali (virtual fences) in allevamenti che si trovano nel raggio di azione potenziale dei branchi campionati. Quando i lupi entreranno dentro i confini individuati partirà un messaggio di avvertimento via mail o sms agli operatori: questo consentirà di valutare l’intensità di frequentazione delle aree sensibili occupate da allevamenti di animali domestici e di trarre indicazioni gestionali utili alla prevenzione dei danni da predazione.
“Dorino” e “Asqua”, così sono stati chiamati i primi due lupi dotati di radiocollare in questo ultimo mese dallo staff dell’Università di Sassari. Sono un maschio e una femmina, entrambi adulti, afferenti a due differenti branchi. Dorino è un maschio di circa quattro anni, del peso di 33 chilogrammi. Pochi giorni dopo la cattura è stato ripreso marcare il territorio in compagnia di altri due individui. Asqua, 25 chilogrammi e circa 3-4 anni di età, è la femmina di una coppia riproduttiva documentata da tempo in zona. Al momento della cattura era con un secondo individuo, presumibilmente il compagno.
“Il lupo richiama sentimenti molto polarizzati: tra il fascino che esercita, i danni e il ruolo di evocatore simbolico del male che da sempre, la tradizione orale e la letteratura, gli ha assegnato. Il Parco cerca una possibile sintesi, tra conoscenza, consapevolezza ambientale, valorizzazione turistica e programmi di mitigazione dell’impatto di questa specie particolarmente protetta sugli allevamenti. Le nuove conoscenze sul lupo, messe a sistema, permetteranno di testare e rafforzare rafforzare i protocolli in essere, che stanno portando ottimi risultati nella gestione e nella prevenzione del conflitto con le attività umane”. Luca Santini, presidente del Parco.