Voci dal Casentino: Fattoria di Selvoli, intervista a Johannes Osthaus

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Un’altra realtà agricola a due passi da noi

Parlare con Johannes mi ha arricchito molto perché questo giovane uomo è un instancabile, una persona che si da un sacco da fare e che crede profondamente in ciò che insieme alla sua famiglia, sta portando avanti, con grande serietà e determinazione. Riporto fedelmente il racconto che Johannes mi ha fatto, con l’aiuto di Marianna, attuale compagna del padre e colei che cura la parte burocratica della loro azienda.

-Fattoria di Selvoli è un’azienda agricola a conduzione familiare composta da me, da mio padre Andreas e da sua moglie Arianna. Ci troviamo nel comune di Poppi, in prossimità del parco Nazionale delle foreste casentinesi e siamo a circa 600 metri di altitudine. Il nome Selvoli, si riferisce al podere che è sempre esistito e che sempre così si è chiamato, e quando negli anni novanta i miei nonni paterni insieme ai miei genitori lo hanno acquistato, in questo terreno c’erano già dei fabbricati rurali ormai in rovina, fabbricati che nel corso degli anni abbiamo recuperato e resi a nuova vita, utilizzando tecniche e materiali Bioedili.

La superfice aziendale tra terreni di proprietà e quelli in affitto, è di circa 60 ettari, e ogni anno, a rotazione e a colture azotofissatrici, coltiviamo una superficie di circa 15 – 20 ettari a cereali. A parte i boschi, ci sono alcuni appezzamenti dedicati a olivi, mandorli, meli, peri e piccoli frutti non ancora entrati in produzione.

La nostra principale attività è comunque la produzione di cereali – continua Johannes – e la loro macinazione in farine.  Portiamo avanti comunque tutte le coltivazioni della filiera, quindi, la coltivazione appunto, la trasformazione e conseguentemente, la vendita dei prodotti ottenuti.

Coltiviamo una vasta gamma di cereali, per lo più antichi, diverse varietà di grano tenero, un “multivarietale” che chiamiamo Selvoli, poi c’è il Verna, il Gentil rosso, il Bollogna, e a grano duro invece, abbiamo il Senatore, il Cappelli, il Khorasan, il Saragolla, il farro mono cocco e dicocco, la segale, il grano saraceno, il mais della varietà Marano, adattissimo per la polenta.

Per ricavarne le farine, i cereali vengono macinati col nostro mulino a pietra presente all’interno del fabbricato agricolo di recente costruzione, che include anche un locale per lo stoccaggio dei cereali e uno per la manipolazione dei prodotti. Le farine, una volta macinate, vengono confezionate manualmente.

Da poco abbiamo iniziato a fare anche il pane, – continua Johannes – e siccome ho sempre fatto il pane a casa, il passaggio da un piccolo forno a uno professionale, non è stato poi così difficile, anzi.

Vendiamo i nostri prodotti direttamente al consumatore finale in azienda e ai vari mercati contadini, indirettamente invece, attraverso negozi di prodotti tipici e biologici del Casentino, e “Macrolibrarsi”, negozio online specializzato sul benessere.

Altre produzioni, per ora in quantità limitate, sono rappresentate da succhi di pera, di ribes e di uva, e da tisane e oleolito di iperico, preparati a partire da piante selvatiche che vivono sui nostri terreni, tipo: Tiglio, equiseto, biancospino e iperico, appunto.

Coltiviamo fin dalla metà degli anni ottanta applicando il metodo Biologico, e ispirandoci ai principi della Biodinamica, in particolare seguiamo le indicazioni della scienza dello spirito di Rudolf Steiner e del ricercatore di impostazione antroposofica Enzo Nastati, la cui associazione sviluppa conoscenze, metodi e valori che concorrono al benessere e all’evoluzione, sia dell’uomo che della natura in visione olistica.

Il nostro lavoro agricolo si svolge per tre giorni a settimana; il lunedì, mercoledì e venerdì nell’edificio per la preparazione del pane e delle farine, gli altri giorni, dopo la consegna del pane, si lavora sul territorio.

Le attività sul territorio appunto, sono indirizzate al ripristino e alla costruzione di muri a secco, alla regimazione delle acque, alla sistemazione delle strade di selvoli, al recupero dei terrazzamenti, al taglio della legna per alimentare il forno, ma anche per scaldarci e scaldare l’acqua sanitaria quando non può farlo il sole.

Ci sono poi tutte le lavorazioni dei campi, le recinzioni elettriche, le potature delle piante da frutto, le raccolte, l’orto familiare che ci nutre oltre ai nostri cereali. Poi, nei fine settimana partecipiamo ai mercati contadini, quello di Ponte a Poppi, e la “Fierucola” di Firenze, ad eventi tenuti alla Fondazione “La grande via”, presso la Mausolea di Soci, dove tengo delle dimostrazioni di panificazione con grani antichi e lievito madre.

Selvoli è ancora in divenire, la nostra stessa abitazione non è ancora ultimata, ma il lavoro non ci spaventa, è parte integrante della nostra stessa vita, certo è che non ci si annoia. Forse, almeno per me qualcosa di noioso c’è, ed è la parte relativa all’ufficio, ai conti e al PC, quindi: contabilità, fatturazione, registratore di cassa e chi più ne ha più ne metta, fortunatamente a tutti questi numeri ci pensa Arianna! –

Johannes con la sua famiglia, a partire dai nonni paterni, si prendevano cura di ben altro, ma quello nei confronti della terra è stato sempre per loro un forte richiamo e quando hanno avuto, tanti anni fa l’opportunità di voltarsi verso le nostre terre casentinesi, non ci hanno pensato due volte a mollar tutto il resto per correre qui a svolgere bene il loro lavoro, quel qualcosa in cui credono immensamente e che è ciò che li fa lavorare nel migliore dei modi.

Grazie Johannes, è stato un piacere!

 

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Marina Martinelli
Marina Martinelli nasce nel 1964 e “arranca” tutta la vita alla ricerca della serenità, quel qualcosa che le è stata preclusa molto spesso. La scrittura è per lei una sorta di “stanza” dove si rinchiude volentieri immergendosi in mondi sconosciuti e talvolta leggiadri. Lavora come parrucchiera a Poppi e gestisce il suo salone con una socia. E' madre di due figli che sono per lei il nettare della vita e scrive, scrive ormai da molti anni anche per un Magazine tutto casentinese che si chiama “Casentino Più”. È riuscita a diventare giornalista pubblicista grazie proprio al giornale per cui scrive e questo ha rappresentato per lei un grande traguardo. Al suo attivo ha ben sette libri che sono: “Le brevi novelle della Marina", “L’uomo alla finestra”, “Occhi cattivi”, “Respira la felicità”, “Un filo di perle”, “La sacralità del velo”, “Le mie guerriere, quel bastardo di tumore al seno”. Attualmente sta portando avanti ben due romanzi ed è felice! È sposata con Claudio, uomo dall’eterna pazienza.

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