Quando la bontà del nostro territorio va oltre…
Matteo Goretti è arrivato per l’intervista con l’energia e la bellezza dei suoi ventott’anni, mani in tasca e mascherina, perché col rispetto ci possiamo anche incontrare per far quattro chiacchiere.
Matteo è un ragazzo vivace, che non sta fermo un momento, ma che ha capito bene chi è, e soprattutto che cosa vuol fare nella sua vita, e per metterlo a frutto, ha portato un bel po’ di scompiglio all’attività, già esistente di sua madre, Donatella Corazzesi, la quale aveva aperto il suo punto di “pasta fresca”, dal nome di “Il Mattarello”, circa otto anni fa, e che si trova nella piazza Garibaldi di Ponte a Poppi, proprio sotto le logge. C’è da dire che da quando Donatella condivide il suo lavoro con quel “vulcano” del figlio Matteo, è molto orgogliosa perché lui, con la sua energia, ha progetti che guardano un po’ più lontano.
Matteo Goretti è un giovane uomo che qualche anno fa si è preso una pausa che gli è servita davvero tanto per ritrovare sé stesso, ma soprattutto lo ha portato a riflettere sul che cosa avrebbe perso lasciando questo nostro Casentino, che rappresenta per tutti sempre due cose: le poche opportunità lavorative che ci sono per i giovani, ma anche la straordinarietà di questo territorio, che è un po’ avaro, ma che noi casentinesi amiamo senza pari.
-Qualche anno fa – mi racconta Matteo – mi sono preso una pausa di qualche mese. Ho una conoscenza che vive e lavora in Inghilterra e quindi sono partito alla volta di Bath con un po’ di confusione in testa, ma tanta voglia di capire. Devo dire che stare da solo tutto quel tempo, mi è servito davvero molto, mi ha dato l’opportunità di imparare la lingua abbastanza da potermela cavare, ma anche di poter imparare soprattutto me stesso e di comprendere che cosa volessi dalla vita.
Indubbiamente non è stato facile perché a Bath, era difficile trovare un connazionale e il gancio che mi aveva dato una mano ad intraprendere questa mia “prova” pur abitando nel posto dove peraltro insegna la lingua italiana all’università, aveva comunque il suo mondo, lavorativo e non, per cui me la sono dovuta cavare stando solo con me stesso.
In quei mesi il mio obiettivo era quello di imparare il più possibile a parlare l’inglese, ma accarezzavo più che altro il sogno di insegnare la realtà gastronomica italiana. C’è da dire che mia nonna è stata una grande cuoca e che ha lavorato in due ristoranti molto noti e apprezzati del Casentino, per cui mi sento di essere figlio e nipote d’arte, ma soprattutto mi sono formato e innamorato del mio lavoro durante i due anni di “Accademia della cucina”, che mi hanno trasmesso davvero tanto.
Mi rendo conto, come dici tu che ho portato un bel po’ di fracasso alla quiete di mamma, però adesso stiamo realizzando un percorso che ci fa lavorare e riscuotere tanta soddisfazione. Credo fortemente nella cucina tradizionale perché mi appaga nel gusto e nella realizzazione, e facendolo la mia “pazzia” viene fuori e mi lascia esprimere per come sono. Mi diverto anche nel progetto di andare a cucinare a domicilio, ti faccio un esempio a riguardo: se una sera hai degli amici a cena e vuoi qualcosa di diverso, di particolare, io vengo a cucinare da te e anche nella tua cucina mi esprimo al massimo, perché amo il mondo della gastronomia e dell’espressione gastronomica.
“Il Mattarello” è oltretutto un laboratorio che fa catering, per cui serviamo battesimi, matrimoni e tutte le varie cerimonie. Fortunatamente lavoriamo con tante prenotazioni e soprattutto d’estate, con la gente che viene da fuori.
Il mio è un modo diverso di vivere la cucina, perché la gastronomia va vissuta facendo lavorare tutti i sensi, perché tutti i sensi si devono accorgere di ciò che creiamo in quanto di creazione si tratta, proprio come un pittore dipinge e uno scrittore scrive e lo fa appunto adoperando tutto il suo sentire.
Ormai sono cinque anni che ho intrapreso questo lavoro gomito a gomito con mia madre e insieme cerchiamo di incontrare quella sinergia utile a cercare di lavorare nel migliore dei modi, rispettando al massimo le nostre distinte qualità e mettendole in campo. Con lei facciamo anche dei corsi di cucina in una struttura adibita naturalmente, e lì mi sento un vero e proprio cuoco pastaio, perché alla fine è questo che sono.
In definitiva quando sono andato in Inghilterra ci sono andato anche un po’ per “vacanzare”, mentre invece quel periodo mi ha fatto capire cosa volevo realizzare qui, nel mio paese e non mi sono mai pentito di questo. Bath mi è servita a capire come vivere qui in Casentino e anche se questo periodo di restrizioni ha un po’ rallentato tante idee, non mi lamento perché tutto sommato andiamo avanti, alla fine ciò che proponiamo io e mia madre è il cibo, per cui del cibo non possiamo fare di certo a meno.
Un’altra cosa sta avvenendo in questi giorni ed è che Enrico, l’amico che mi aveva fatto da gancio per poter andare in Inghilterra, mi ha chiesto di fare delle lezioni di cucina online, con i ragazzi del corso dell’università di Bath, per cui virtualmente preparerò degli squisiti gnocchi al pomodoro, portando loro una sinergia virtuale da leccarsi i baffi! –
Ecco, tutto questo è Matteo Goretti, un concentrato di energia pura, un concentrato di idee e voglia di fare. Ci salutiamo e lui torna giù, verso il suo negozio a creare e sicuramente a far impazzire un po’ mamma Donatella.
Che dire: finché i ragazzi si allontanano con un po’ di confusione in testa per poi ritornare con le idee belle chiare come Matteo, ben vadano, noi li aspetteremo, belli carichi così come lui!
Grazie matteo