Voci dal Casentino: “Podere Pallereto di sopra” e la sua “Folia”

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Podere Pallereto di sopra e la sua Folia

Tempo di ascolto dell’articolo 5’49”

Sabato sera con una cara amica siamo andate ad una degustazione di pizza, di una nuova birra e del Gin che Marina del “Podere Pallereto di sopra” e Luisa “dell’Orto di Mary Poppins” si sono “inventate”, non senza la mente indispensabile di Andrea Giovannuzzi ovviamente, e che dire; questi prodotti sono delle vere e proprie eccellenze, secondo il mio modesto parere!

Cercherò di raccontarvele provando a descriverle bene:

La pizza è fatta con farine di grani antichi coltivati da Luisa nella sua azienda agricola e si tratta di una pasta a lunga lievitazione, affinché possa essere più digeribile, condita con ingredienti coltivati nel nostro territorio, a partire dai pomodori. La mozzarella viene prodotta da Valentina Vigiani di Salutio, mentre la birra è della “Campana d’oro” di Antonella Matassoni.

Si tratta di una birra che porta il nome di “Beatrice”, e il suo colore è dorato e velato allo stesso tempo, con una schiuma bianca e cremosa, che offre un delizioso mix di aromi fruttati e speziati, con aggiunta di chiodi di garofano e agrumi accompagnati da sfumature terrose e di frumento di farro, anch’esso coltivato da Luisa. Il suo gusto è rinfrescante e ben bilanciato per un connubio di spezie e malto di orzo. “Beatrice” possiede una corposità medio-piena che restituisce una morbida consistenza alle bocche che la incontrano. Questa ultima nata regala un’esperienza di bevuta unica e piacevole per tutti coloro che cercano una rivisitazione dello stile tradizionale delle birre fatte col frumento.

E poi c’è il Gin, questa bevanda dal sapore di Ginepro, una bevanda fortemente voluta da Marina e abbracciata da tutta la società agricola che porta lo stesso nome di questa nuova bevanda alcolica, ovvero Folia. Folia perché qui sono tutti un po’ folli, Folia perché al suo interno oltre al ginepro di cui “Podere Pallereto” è stracolmo, ci sono le foglie d’ulivo e l’essenza della castagna e della nocciola, tutti prodotti facenti parte di questa nostra terra.

Folia è stata una vera scommessa, anche se in Italia non c’è troppa cultura del Gin, ma Marina, Andrea e Luisa ci hanno creduto e quindi hanno poi contattato la distilleria Nannoni di Civitella Paganico, con cui è stato subito amore e voglia assoluta di provarci.

La location dove avvengono le degustazioni, ovvero “Podere Pallereto”, è assolutamente sorprendente, perché oltre a trovarsi in una collina della ValTeggina, e quindi a sentircisi abbracciati dal verde e dai rumori che solo la natura può fornire in una tiepida notte di luglio casentinese, tutto intorno al Podere è reso ancora più bello, continuando ad accarezzare ciò che di antico offriva la nostra campagna. Infatti le “sedute” sono tutte ricoperte da balle di juta e molte di loro altro non sono che presse di fieno. Le candele poste in barattoli di vetro infiocchettati con nastri di grano ed impreziositi dalla lavanda e dalle spighe del grano stesso, che sembrano grosse lucciole senza intermittenza e procurano una sorta di magia, così dispensate qua e là nella notte. Le tovaglie a quadrettoni a ricordare quelle delle nostre nonne e la pietra del casolare che trattiene tante e svariate vite e storie.

Qui a Pallereto “macchie” di rosmarino profumano l’aria e stuzzicano l’angolo dei ricordi più lontani, quelli che mai potresti cancellare, e l’erba tagliata di fresco, procura più odori, che tutti assieme appartengono a questo nostro meraviglioso territorio, e si muovono come un’orchestra odorosa.

Le pergole sono categoricamente in legno e sulla pietra, antiche pentole attaccate come quadri, a ricordare in nostri vecchi, il nostro tempo passato e ancora qui, tanto presente.

Le voci dei presenti catturate dallo spazio e portate chissà dove, là, oltre le montagne che sembravano scure appoggiate in un cielo chiaro al loro confronto, un cielo insieme bluastro e padrone della notte.

Che dire quindi; i requisiti per passare una serata diversa ci sono tutti, qui a “Pallereto di sopra”, qui dove s’innesca una sorta di meccanismo perfetto e dove i sapori si sposano col bello, quel bello che è ancora intriso dal tempo passato e dove l’antico ed il nuovo si uniscono in una danza perfetta che non ti lascia più andare via.

Grazie ragazzi per quello che fate con tanto sacrificio, con tanto lavoro, quello bello e maledettamente duro che propone la terra. Grazie di cuore e alla prossima volta, potete scommetterci!

Un grazie particolare ad Andrea, a Marina e Luisa della ValTeggina, che riescono a mettere insieme tutta questa bellezza e bontà!

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Marina Martinelli
Marina Martinelli nasce nel 1964 e “arranca” tutta la vita alla ricerca della serenità, quel qualcosa che le è stata preclusa molto spesso. La scrittura è per lei una sorta di “stanza” dove si rinchiude volentieri immergendosi in mondi sconosciuti e talvolta leggiadri. Lavora come parrucchiera a Poppi e gestisce il suo salone con una socia. E' madre di due figli che sono per lei il nettare della vita e scrive, scrive ormai da molti anni anche per un Magazine tutto casentinese che si chiama “Casentino Più”. È riuscita a diventare giornalista pubblicista grazie proprio al giornale per cui scrive e questo ha rappresentato per lei un grande traguardo. Al suo attivo ha ben sette libri che sono: “Le brevi novelle della Marina", “L’uomo alla finestra”, “Occhi cattivi”, “Respira la felicità”, “Un filo di perle”, “La sacralità del velo”, “Le mie guerriere, quel bastardo di tumore al seno”. Attualmente sta portando avanti ben due romanzi ed è felice! È sposata con Claudio, uomo dall’eterna pazienza.

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